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“Sono la signora Martini e chiamo per conto dell’ufficio fondi della Comunità Europea”: comincia così la singolare telefonata ricevuta  da un’azienda cagliaritana che, contattata da una sedicente incaricata CEE, si è sentita proporre un finanziamento a fondo perduto da impiegare nella propria attività.

“Il requisito per ottenere il fondo è che non dobbiate essere morosi” spiega la voce femminile “e che l’attività sia stata chiusa in attivo a dicembre”.

Stando a quanto riferito dall’impiegata, la Comunità Europea metterebbe a disposizione un software telematico  all’interno del quale si accederebbe direttamente al millantato fondo comunitario.

Tale software potrà essere ottenuto anticipando una somma di 170 euro che darà licenza d’uso del programma, in quanto marchio SIAE,  e un codice personale di riconoscimento e accesso alla Comunità Europea.

L’azienda vittima, insospettita dalla strana modalità di erogazione del contributo, ha preso tempo fissando un nuovo appuntamento telefonico con la proponente e ha contattato la redazione di Cagliaripad che ha documentato il tentativo di raggiro.

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Da una serie di verifiche effettuate grazie ai riferimenti telefonici e all’indirizzo email che l’incauta impiegata ha fornito è emerso che la falsa funzionaria dell’ufficio fondi CEE altro non é che una dipendente di una società di servizi, con sede a Roma, che attraverso un’attività di outbound propone, tra le altre cose, l’acquisto di un CD-Rom che crea l’accesso a una serie di consulenze che hanno a che fare con leggi per finanza agevolata e piccole/medie imprese, sviluppo lavoro autonomo, agevolazioni regionali, comunitarie e varie ed eventuali in ambito finanziario.

Tra tutte è la valutazione del fondo europeo di sviluppo regionale, di quello sociale europeo e quello di coesione ad autorizzare l’azienda in questione a spacciarsi direttamente per Comunità Europea garantendo, attraverso l’utilizzo dell’applicativo, il ritiro immediato della somma richiesta previa visita di alcuni “tecnici” che, in loco, valuterebbero la reale intenzione di realizzare un progetto di sviluppo per la propria attività.

La Comunità Europea però, quella vera, contattata al centralino dello sportello Europe Direct  (a disposizione dei cittadini per informazioni di carattere generale) nega fermamente il coinvolgimento con iniziative di contatto diretto e vendita di qualsivoglia software:

Ci arrivano costantemente segnalazioni del genere. L’accesso ai nostri fondi ha una modalità specifica e invariata che non ha niente a che vedere con quello che propongono intermediari di questo tipo. Preghiamo di diffidare da chiunque contatti aziende o privati proponendo denaro comunitario con queste modalità e nel dubbio consigliamo sempre di rivolgersi direttamente a noi o a seri professionisti”.

L’azienda romana, informata dell’accaduto via mail, non risponde alla richiesta di chiarimento ma minaccia procedimento legale per aver effettuato una registrazione “non autorizzata” della conversazione avuta con l’operatrice.