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Il delitto è solo il capitolo conclusivo di oltre quattro mesi di minacce, pedinamenti, telefonate e messaggi alla ex, con frasi altalenati di amore e morte. La stessa vittima negli ultimi mesi si era rivolta ai carabinieri preoccupata: "Mi perseguita, mi pedina, viene anche nel bar dove lavoro", aveva raccontato a una marescialla chiedendo cosa potesse fare per allontanarlo.

I carabinieri avevano cercato da subito di convincerla a denunciarlo, ma lei non voleva: "Gli ho voluto bene, adesso vorrei essere solo lasciata in pace, vorrei fare la mia vita", aveva più volte ripetuto Marta. Ma solo il 6 settembre scorso la giovane ha avuto il coraggio di firmare il foglio con la denuncia per chiedere l'ammonimento del Questore.

Venerdì scorso il provvedimento è stato accettato e oggi sarebbe stato notificato: "È un provvedimento che deve essere accompagnato da spiegazioni – ha commentato il comandante provinciale dei Carabinieri, Davide Angrisani – non può essere inviato come una multa, altrimenti potrebbe avere un effetto scatenante".

  L'uomo, quindi, potrebbe non essere venuto a conoscenza della denuncia, potrebbe quindi non aver avuto alcuna ragione se non quell'amore morboso per uccidere. Erano le 4.30 di questamattina quando Marta, uscita di casa per andare a lavorare al bar "Capo Verde", è stata sorpresa da Pintus e strangolata. I carabinieri hanno dovuto salvarlo dal linciaggio: fuori dalla caserma gli amici della vittima chiedevano che venisse lasciato nelle loro mani "per fare giustizia". "E' un bastardo, un assassino", urlava la folla inferocita.