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Scambio di battute al vetriolo tra Francesca Barracciu, candidata governatrice della Sardegna del centrosinistra alle elezioni del 2014, ed il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, nel corso della trasmissione Ballarò su Raitre. Ad innescare la polemica un intervento di Sallusti sull'avviso di garanzia notificato oggi a Barracciu nell'ambito dell'inchiesta bis della Procura di Cagliari sull'utilizzo dei fondi dei gruppi della passata legislatura. "A me non è arrivato nulla – ha subito ribattuto l'esponente del Pd – io sono assolutamente tranquilla. Si tratta di notizie di stampa".

   Sallusti l'ha incalzata sostenendo che proprio per questo anche lei avrebbe dovuto avere a cuore la giustizia e l'urgenza di una sua riforma in Italia. "Io non sono indagata – ha ribadito Barracciu – a me non è arrivato nessun avviso. Una cosa invece è certa, è che abbiamo un signore che è pregiudicato e deve andare in galera. Da parte del Pd nessuna malagiustizia, non cercheremo di piegare la giustizia al volere di un singolo.  Non si preoccupi, sono serenissima".

 La candidata del centrosinistra ha poi ricordato che la magistratura sta indagando sull'utilizzo dei fondi dei gruppi e che il capogruppo del Pd si è già presentato in Procura portando tutte le carte che documentano un uso corretto dei fondi.

   A questo punto Sallusti ha interrotto dicendo: "Ma c'erano dei Rolex". Immediata la replica: "I Rolex sono del suo compagno di partito", riferendosi all'ex capogruppo del Pdl, Mario Diana, indagato nell'ambito della stessa inchiesta. Francesca Barraccio, sollecitata da una domanda di Floris, ha indicato i rischi di una crisi di governo nel dover amministrare una Regione come la Sardegna, fortemente colpita dalla crisi. Ha quindi ricordato i 147 mila poveri cronici censiti nell'isola, le migliaia di posti di lavoro persi "per colpa della giunta di centrodestra di Cappellacci" – ha tenuto a precisare – i livelli record di dispersione scolastica e un +600% di ore di cassa integrazione. "Quelli che stanno protestando oggi – ha concluso Barracciu – sono gli stessi operai dell'Alcoa che avevano creduto alle promesse con quell'assurda telefonata tra Putin e Berlusconi".