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Processo sospeso perché l'imputata non è attualmente in grado di presenziare all'udienza per gravi problemi di salute. E' quanto accaduto oggi in Corte d'Assise dove si sta svolgendo, a porte chiuse, il dibattimento nei confronti della donna accusata di concorso nell'omicidio volontario di suo figlio nato da incesto. Lo scorso anno, a novembre, il padre-nonno era stato condannato dal Gup a 20 anni di reclusione.

   Stamane il presidente della Corte d'Assise, Claudio Gatti, ha dunque sospeso l'udienza nei confronti della madre. Vittima di violenze e costretta ad una relazione incestuosa, secondo l'accusa avrebbe ucciso il loro figlio nel 1996. Il corpicino del neonato era poi stato ritrovato sotto un cavalcavia a Siliqua. Rimasto per anni un giallo irrisolto, la svolta arrivò nel 2011 quando il pm Alessandro Pili, dopo le rivelazioni di un parente, ordinò gli esami del Dna, sino a ipotizzare il concorso in omicidio di padre e figlia: dopo un tentativo di soffocare il piccolo con la carta igienica, il neonato sarebbe stato gettato dal cavalcavia.

   La prossima udienza è stata fissata per il 27 gennaio: quel giorno un perito medico dovrà decidere se l'imputata tornerà ad essere in grado di sostenere il processo.