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Sel: qualche domanda a Francesca Barracciu. Tensione nel centrosinistra in vista delle regionali del 2014. Michele Piras, deputato Sel, rivolge qualche quesito alla vincitrice delle primarie . “Se Sel dicesse ad esempio reddito di cittadinanza, nuovo piano straordinario per l'occupazione, tutela e bonifica integrale del territorio, riduzione delle servitù militari, potrebbe essere lecito attendersi una risposta che – finalmente – non sia il silenzio e che consenta a tutti di valutare se ancora ha un senso stare dove fin'ora si è stati".

"Non abbiamo bisogno di generici richiami all'unità”, prosegue, “avremmo invece la necessità di rigenerare il campo progressista e democratico, frantumato dall'abbraccio romano fra Pdl e Pd, costretto a navigare nel vuoto spinto di contenuti e nell'ambiguità del perimetro della coalizione. L'unità priva di contenuti rischia infatti di essere un mero esercizio di retorica e un corpo estraneo alla società sarda.

Poco dopo l’affondo di Francesco Agus, corordinatore provinciale Sel, contro il  segretario regionale Pd Silvio Lai, che “durante una riunione dei dirigenti del suo partito, cerca invece goffamente di scaricare su altri le responsabilità di un turno di primarie certo non esaltante. Purtroppo per Lai l'affluenza”, spiega Agus citando un’analisi del segretario cittadino Pd Yuri Marcialis, “è bassa in città (dove ha votato un cittadino ogni 48 elettori) come in provincia (un elettore ogni 46 abitanti). E peggiora nei centri dell'area vasta (un elettore ogni 55 abitanti), sia in quelli guidati dal centrosinistra che in quelli in mano al centrodestra”.

Secondo Agus dunque, nei centri urbani, dove è più forte il voto d'opinione, a tenere lontani dalle urne l'elettorato progressista più dei temi locali sono “il Governo delle larghe intese tenute in piedi a Roma e l'assenza colpevole di una discussione seria sul programma interna al centrosinistra sardo.  Cerca invano pagliuzze chi prima dovrebbe eliminare le sue travi. La vittoria elettorale”, conclude, “passa dalla costruzione di una coalizione forte costruita attorno a un programma comune, non dalla ricerca di alibi che giustifichino ogni insuccesso senza risolverne le cause”.