yacht-affondato-a-villasimius-per-intascare-l-and-rsquo-assicurazione-via-al-processo

Si aprirà ufficialmente il 21 febbraio prossimo il dibattimento per il naufragio del Teide, lo yacht di venti metri trovato due anni fa quasi completamente affondato al largo di Villasimius. Davanti al collegio della seconda sezione del Tribunale, presieduta da Massimo Costantino Poddighe, è comparso oggi per la fase preliminare del processo, l'imprenditore quartese Eppe Giua, di 50 anni, che, secondo l'accusa, rappresentata in aula dal pm Enrico Lussu, avrebbe organizzato con altri complici l'affondamento della barca per incassare i soldi dell'assicurazione.

   Con lui sono stati rinviati a giudizio anche Cristian Fanni, 41 anni, Luca Manca, di 37, Orlando Masala, di 51, Nicola Casula, di 33, e Antonio Carboni, di 52. Gli imputati sono accusati a vario titolo di naufragio, truffa, danneggiamento, simulazione di reato e favoreggiamento. Nel dicembre 2010 la prua del Teide venne segnalata al largo di Villasimius: nel tentativo di affondarlo – secondo l'accusa – sarebbe stato preso a fucilate.