E' stato proiettato al Cineworld di Cagliari il 22 ottobre il film-documentario "Noi, Zagor".
Di seguito il resoconto di chi è andato a vederlo e può raccontarci pregi e difetti dell'operazione.
Quando quel caro amico mi ha chiesto: beh, come l’hai trovato “Noi, Zagor”? Ci ho pensato un po’ su… Ho pensato che quel “Noi, Zagor” l’avevo accolto con entusiasmo quando era solo una notizia, di seguito atteso per settimane, poi cercato, individuato, raggiunto… Quindi pagato (€ 10,00), condiviso (si fa per dire) con gli altri spettatori presenti in sala (ben 4), fino a che, terminata la proiezione, ho compreso che l’interesse in me era sì stato appagato ma lo stesso non potevo dire per la parte emotiva, quella che da vecchio lettore quale sono cerco e puntualmente trovo nelle storie dello Spirito con la Scure.
Perciò, alla domanda dell’amico ho risposto: non l’ho trovato! Nel senso che: c’erano i “Noi” ma non c’era lui, “Zagor”.
Intendiamoci, era pacifico che sullo schermo non sarebbe apparso nessun aitante attore infilato nei panni sgargianti di Zagor e altresì assenti sarebbero stati lanci di scure, scazzottate e volteggi spericolati del nostro tra i rami di una Darkwood piena di misteri e pericoli… Anche se, non è difficile immaginare che un sogno comune aleggiava nel buio della sala, quello di tornare un dì su quelle poltroncine e gustare (a dieci benedetti euro) un vero film, sull’esempio del filone marveliano, dedicato all’eroe creato dal mitico duo Nolitta-Ferri.
A proposito, i disegni del maestro Gallieno Ferri, così come quelli del compianto Franco Donatelli (fantastico il loro talento nel saper dare ai personaggi una fisionomia con pochi tratti), con l’effetto zoom del grande schermo, perdevano buona parte del loro straordinario fascino.
Tavole a parte, il film è una carrellata di addetti ai lavori e non. Un’alternanza di testimonianze e pareri da parte di sceneggiatori, disegnatori, redattori e semplici appassionati che creano, curano e mantengono in splendida salute le pubblicazioni di Zagor. Fra tante, non poteva che spiccare la figura bonaria e sognante dello sceneggiatore Moreno Burattini, degno erede dell’indimenticabile Guido Nolitta (alias Sergio Bonelli). Al posto d’onore metterei il disegnatore Mauro Laurenti, faccia da artista un po’ folle ed entusiasmo davvero contagioso. Stretti sul terzo gradino del podio, salgono un gruppo di lettori zagoriani radunati, tra bistecche e vino, ai tavoli di un ristorante… Un po’ come annualmente fanno Zagor, Cico e i loro amici trappers.
In conclusione, sento di poter muovere qualche umile critica soltanto verso la costruzione e la definizione cinematografica del prodotto. Qualcuno può negare che di filmati più che simili se ne trovano a decine sul web? Perché mai questo lavoro – dignitoso, non c’è che dire – è stato presentato come una sorta di evento speciale? E perché passarlo dal grande schermo quando indubbiamente appare più adatto a una visione domestica? La formula è stata infatti sperimentata già dal programma “Fumettology” trasmesso da Rai-5. Naturale che chi si reca al cinema, e paga 10,00 €, possa inconsciamente attendersi almeno un certo coinvolgimento.
Era un film documentario, d’accordo, ma quando si tratta di fumetti e del nostro in particolare che esalta certi spiriti e valori d’altri tempi, l’aspetto fantasioso, avventuroso e perfino epico non può mancare. Coinvolgimento, appunto. E come si fa a crearne i presupposti? A farlo salire a galla dando al pubblico un che di fermento interiore? Boh, che ne so! non mi occupo mica di regia e montaggio, io… Io leggo fumetti e, in certi momenti, mi ritrovo con una liana tra le mani, pronto a gettarmi nel vuoto a qualche decina di metri dal suolo, mentre tutt’intorno vedo solo una Darkwood piena di misteri e pericoli…
AAAAHHYAAAAAAKKK!!!
Paolo Gabriele