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La Regione deve chiedere al governo nazionale di "riconoscere i benefici previdenziali, le cause di servizio e l'equo indennizzo per i lavoratori esposti all'amianto e di ricomprendere nell'elenco dei siti sardi inquinati tutti quelli oggi esclusi o parzialmente inclusi". Lo chiedono, in un'interrogazione, i componenti del Gruppo Sel-Sardigna Libera in Consiglio regionale. Al presidente della Regione, agli assessori della Sanità e dell'Ambiente viene sollecitata un'azione immediata per "calmierare gli elevati costi di bonifica e incentivare gli interventi risanatori".

   Secondo i consiglieri del centrosinistra, infatti, "le iniziative sino ad ora attuate si sono dimostrate inidonee al raggiungimento dello scopo anche a causa degli elevati costi di bonifica che il cittadino privato avrebbe dovuto sopportare".

Oltre alla bonifica delle aree, pubbliche e private, "attraverso la predisposizione di specifici protocolli e l'utilizzo delle risorse comunitarie anche per la ricostruzione delle opere", Sel e Sl ritengono necessario informare i cittadini del pericolo amianto predisponendo mappe con l'indicazione dei siti specifici interessati dall'inquinamento di questo materiale.

   "Sino a quando i siti inquinanti non verranno bonificati i nostri concittadini continueranno a morire sempre più numerosi – hanno concluso – in una società quale la nostra dove si impegnano fondi per lo sviluppo della cultura, dello studio, della ricerca, non si può prescindere dalla destinazione degli stessi alla bonifica delle zone inquinate dalla fibra di amianto. Si tratta di un dovere civico, morale, prima ancora che istituzionale".