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In un sito finanziario tra i più importanti del mondo si legge che i giacimenti di piombo e zinco del Sulcis sono all'85 per cento di proprietà Kingrose Mining, la società australiana che nel 2008 avrebbe tentato di avviare un progetto di sfruttamento e bonifica delle miniere. Lo rivela il deputato Mauro Pili, ex Pdl, che proprio ieri aveva proposto un piano di rilancio dell'area con il coinvolgimento di Università, Igea e disoccupati isolani.

Un tesoro da oltre 3 miliardi e 300 milioni di euro, aveva ricordato il parlamentare sardo. "Si tratta di notizie – spiega oggi Pili – che determinano ovviamente valutazioni di mercato del tutto prive di fondamento perché appare impossibile che tali siti siano stati ceduti o affidati alla Kingsrose Mining". Ma, nel dubbio, il deputato ha inviato un'interrogazione urgente al ministro degli Esteri e dell'Economia "per conoscere quanto il governo sappia di questa operazione che si sta consumando sui mercati internazionali".

Nei giorni scorsi il leader di Unidos aveva svelato che, dopo il fallimento dell'estrazione dell'oro a Furtei, c'era stato un nuovo tentativo di un gruppo australiano, Kingsrose Mining appunto, di provarci con lo zinco e il piombo nel Sulcis. Un progetto che, aveva detto Pili, ha lasciato tracce in comunicazioni ufficiali alla Borsa di Londra. Lo sfruttamento e le bonifiche però non erano mai state avviate.