Gigi Riva, un mito che si alimenta a suon di record. C'è chi tuttora lo vorrebbe – e non è una battuta, ma storia di questi giorni – addirittura presidente della Regione. L'ultimo traguardo Rombo di Tuono lo ha battuto lo scorso 20 ottobre: quarant'anni da capocannoniere azzurro di tutti i tempi. In vetta sopra Baloncieri (25 gol, in cima alla classifica per 8 anni e 21 giorni) e Meazza (33 reti, primato detenuto per 38 anni, 7 mesi e 12 giorni).
Il bomber azzurro e del Cagliari dello scudetto più in alto di tutti con 42 presenze e 35 gol, l'ultimo segnato proprio il 20 ottobre del 1973 contro la Svizzera. Una ricorrenza che la bibbia del football nazionale non poteva dimenticare: l'Almanacco illustrato del calcio della Panini appena uscito in edicola celebra il "compleanno" con uno speciale, firmato dal giornalista-scrittore Nanni Boi, di quattro pagine dedicate al numero undici di Leggiuno.
Riva era già stato festeggiato dall'Almanacco addirittura con due copertine di seguito, quella dell'edizione 1970 e quella dell'anno successivo. Erano i tempi del tricolore del Cagliari e del mondiale in Messico. Nello speciale Riva racconta anche particolari inediti della sua carriera. Come quelle due reti in maglia azzurra alla Fiorentina nel 1966.
"Uno di quei gol – spiega Riva all'Almanacco – mi piacque parecchio, ma fu inutile perché da lì il ct mi tagliò". La prima sigaretta? Gliela offrì Mora, in Nazionale: era una Muratti. "Dopo 50 anni non ho ancora smesso – confessa – anche se ho poco da vantarmi". La finale messicana persa con il Brasile? "Pelé per far gol mise le mani su Burgnich facendo fallo. Manca la controprova, ma se l'avessimo giocata al livello del mare sarebbe stata un'altra storia".
Un mito. Che passa di generazione in generazione. "Sei Gigi Riva", gli ha detto un ragazzino di 13 anni, il giorno dell'esordio della nazionale di Lippi in Islanda. "La tua storia – aggiunse – me l'ha raccontata il mio papà". "Che si tramandi la mia storia di padre in figlio è una cosa difficile da spiegare, ma sicuramente stupenda", ammette Riva all'Almanacco.