Sono trentatré e nel giro di sessant'anni rischiano di non esserci più. Hanno qualcosa in comune: sono o in montagna o in una collina dell'interno. Solo uno, Montresta, è adagiato su una collinetta litoranea, e poi hanno pochi, pochissimi abitanti. Ardauli, che ne ha 977, è popolato più di dieci volte tanto rispetto a Baradili, centro di novanta anime. Sì, ma in fondo, sono solo poco meno di 900 residenti di differenza. Ma quelli con la vita più breve non sono né l'uno né l'altro. Ma Semestene e Monteleone Rocca Doria.
Il primo rischia di sparire entro un decennio, Monteleone entro cinque lustri. Proiezioni, non previsioni, avvertono, nello studio "Comuni in estinzione" presentato oggi al Terminal Crociere, Giuseppe Puggioni e Francesca Atzeni, esperti dell'ateneo del capoluogo.
I parametri sono molto rigorosi e "leggono" il futuro scientificamente, guardando al passato: ad esempio osservando che fra il 1951 e il 2011 in 33 comuni si è registrato un decremento di popolazione del 40%. Si può cambiare ciò che accadrà? La "speranza" è sempre nella Ricerca: "non essendo una previsione, può verificarsi ove nel corso del tempo non si presentino o non vengano posti in essere fatti, azioni, interventi, comportamenti sia in ambito locale che provenienti dall'esterno tali da poter invertire le tendenze riscontrate sulla base delle conoscenze attuali". La ripartizione geografica: quattro paesi a rischio nella provincia di Cagliari, uno in Ogliastra e Olbia-Tempio, 10 a Sassari e 15 a Oristano.
Ci sono i paesi a rischio scomparsa, ma anche altri 46 che non se la passano bene: sono indicati nello studio come "in condizione di attuale e prevedibile malessere demografico". In generale non si può dire che i servizi essenziali siano assenti.
Sono presenti in quasi tutti i centri abitati l'ufficio postale (77 presenze) e la farmacia (75). Seguono la banca (61 presenze), il commissariato (49) e le scuole elementari (49). I servizi con minore diffusione sono la scuola media (39 presenze), la guardia medica (26) e la scuola superiore (otto presenze). Solo due comuni non possiedono alcuno dei servizi di base: Baradili e Soddì. All'inverso, in sette comuni ci sono presenti tutti i servizi considerati. Un patrimonio che non si vuole perdere, ha fatto capire la Regione: il riscatto, è stato spiegato, può passare attraverso gli schemi di elaborazione del prossimo Programma Operativo Regionale 2014-2020 concordato con la Commissione Europea. Oppure guardando all'esempio del Galles o della Lapponia: in qualche caso la battaglia è stata vinta.
L'unica soluzione individiata per la lotta allo spopolamento è il ritorno in paese dalla città o dal "continente". Ma spesso è legato alla crisi: chi rientra a casa lo fa perché lontano la vita costa di più ed è difficile vivere. La crisi, inoltre, sembra aver frenato la fuga in cerca di occupazione: consapevoli che tanto lavoro non se ne trova molti preferiscono stare dove sono nati. È quanto emerge dalle interviste realizzate nello studio "Comuni in estinzione", effettuato dal Centro Regionale di Programmazione, condotto in collaborazione con l'Università di Cagliari, e presentato questa mattina al Terminal Crociere.
Il ritorno in paese, secondo alcuni, è motivato almeno in parte anche da un rinnovato apprezzamento della qualità della vita nei piccoli centri. Le ripercussioni dello spopolamento colpiscono, secondo gli intervistati, soprattutto bambini e giovani. "Qui i bambini stanno nella stessa classe, che siano in prima o in quinta (elementare), come si può cosi?". Questa la testimonianza di un parroco di un comune della Barbagia di Seulo raccolta nello studio. Capitolo giovani: per alcuni intervistati le nuove generazioni sono apatiche, disinteressati alle sorti della comunità. Per altri sono invece la possibile riscossa al declino. "Il giovane viene vinto dalla apatia – questa un'altra testimonianza raccolta – si finisce per rinchiudersi nei bar, in un circolo, quindi vengono meno gli interessi. Ci si adagia spesso perche c'è, anche per fortuna, un sostegno da parte della famiglia, dei genitori che hanno una pensione, che però stanno venendo sempre meno, e poi ci ritroviamo un giovane che a 50 anni non sa più cosa fare, cosa portare a tavola all'ora di pranzo e di cena". Le cause della fuga? Varie e complesse, ma su una tutti sono d'accordo: la mancanza di lavoro.
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