Sono cinque i punti fondamentali che devono essere alla base del programma di governo dei candidati alla presidenza della Regione secondo le associazioni aderenti a Rete Imprese Italia: trasporti e continuità territoriale, burocrazia, energia, fisco, accesso al credito. Il lungo documento è stato presentato a porte chiuse dal presidente di turno, Marco Sulcis (Confesercenti), a quattro dei sei candidati alla carica di governatore, a cominciare da Mauro Pili per proseguire poi Francesco Pigliaru, Michela Murgia e Ugo Cappellacci.
Secondo Rete Imprese Italia Sardegna, serve "una svolta profonda nei rapporti tra la Giunta e il sistema delle rappresentanze delle aziende dell'artigianato e del commercio". Ma soprattutto serve "un progetto ambizioso per rilanciare una regione già in affanno in termini di crescita e competitività".
Per fare questo "le scelte devono essere drastiche". Ecco allora che il bilancio regionale "ingessato" e "completamente privo di risorse da destinare alle politiche di sviluppo" deve essere tenuto "sotto controllo" sul versante della spesa, "cresciuta a dismisura nella sanità e nei costi della struttura regionale, appesantita dalla filiazione multipla di enti, società in house e partecipate, molte delle quali poste in liquidazione da tempo".
Si sovrappongono quindi diversi temi: "il sovraccarico burocratico cui sono sottoposte le imprese; l'inefficienza della P.A.; il basso livello dei servizi forniti ai cittadini; una migliorabile continuità territoriale; l'eccessiva pressione fiscale".
"Le imprese sarde con meno di 20 addetti sono il 98,5% del totale, ed impegnano 275.000 addetti, circa il 73,5% degli occupati del settore privato. Il saldo delle imprese artigiane sarde è ormai costantemente negativo: negli ultimi cinque anni si registra un saldo negativo di 4.496 imprese (1.293 nel 2013).
Lo stesso può dirsi per le imprese dei settori commercio e turismo che, solo nell'ultimo biennio, subiscono una contrazione di -1.262 unità. Questa tendenza va arrestata – si legge nel documento -. Occorre rimettere il sistema su un percorso di crescita assumendo un modello di sviluppo per noi sostenibile. Un obiettivo non impossibile: pur in un quadro economico nazionale ed internazionale difficile, dobbiamo e possiamo creare le premesse per una fase di crescita nei prossimi anni".