Assostampa, Cgil e lavoratori di Sardegna 1 tv sono pronti ad azioni eclatanti e proseguiranno nella battaglia per difendere il proprio posto di lavoro, dopo l'avvio del processo di mobilità che riguarda 13 persone tra cui cinque giornalisti, tutti e quattro gli operatori di ripresa e altre figure tecniche e amministrative. Lunedì 10 il direttivo regionale dell'Assostampa prenderà una decisione in merito e tra le proposte in campo c'é anche l'ipotesi di uno sciopero generale della categoria e l'occupazione simbolica degli studi televisivi dell'emittente.
"Si tratta di un atto atteso da luglio scorso quando l'azienda è stata ceduta dal vecchio proprietario, il presidente del Banco di Credito Sardo-gruppo Banca Intesa, Giorgio Mazzella, alla nuova compagine societaria – hanno spiegato i componenti del Comitato di redazione – Questi mesi sono serviti a temporeggiare e rimandare sino alla data di scadenza del contratto di solidarietà che durava da due anni. Da gennaio 2012 l'azienda non ha fatto nulla per il rilancio, non ha presentato un piano editoriale e non ha una rete commerciale. E mentre la Regione sta per acquistare dall'emittente filmati per la Digital Library con 268 mila euro – hanno sottolineato – l'azienda attuale non è stata neppure in grado di incamerare le risorse dovute per legge: circa 700 mila euro. In un simile contesto che la tv continui ad avere finanziamenti pubblici è una situazione che deve essere bloccata".
"Scrivere che le organizzazioni sindacali hanno rifiutato il confronto è una cosa inaudita – ha detto Roberto Camarra della Cgil – Le negligenze e l'incapacità imprenditoriale é tutta nelle mani della proprietà e non può essere scaricata sui lavoratori". Per l'Assostampa, il segretario Celestino Tabasso ha affermato che "il sindacato respinge questi licenziamenti. E' una vergogna che interpella anche noi". Riguardo poi alla messa in onda del Tg nonostante lo sciopero dei lavoratori, l'Assostampa ha parlato di un "aspetto doloroso della vicenda: una defezione del genere apre anche un problema deontologico e politico che non possiamo trascurare".