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Ieri Matteo Renzi ha detto che un voto a me mette a posto la coscienza, mentre un voto al candidato del suo schieramento metterebbe 'a posto la Sardegna'. Prendo atto che per il segretario del Partito democratico italiano la Sardegna la si 'rimette a posto' con la coscienza sporca, la stessa coscienza che ha portato la nostra isola alle condizioni di impoverimento e di dipendenza in cui la vediamo oggi". È la risposta di Michela Murgia, candidata presidente di Sardegna Possibile, alle dichiarazioni del segretario nazionale Pd ieri alla Fiera.

"I sardi che stiamo incontrando – sottolinea la scrittrice su Facebook – non hanno più voglia di votare con il naso tappato, vergognandosi di andare all'urna. Sappiamo bene che se negli anni scorsi avessimo votato rispettando di più la nostra coscienza, oggi non saremmo nella situazione di dover scegliere tra chi ha governato male e chi ha governato peggio, o tra chi ha rubato di più e chi ha rubato di meno. Questo è il destino a cui ci vorrebbero sempre inchiodati i segretari dei partiti responsabili di questo sfascio".

Dunque, sarà battaglia. "Noi abbiamo un'altra idea di politica – ribadisce Michela Murgia – e non ce la faremo portare via da nessun guru mediatico, da nessun barone politico e da nessun servo dei poteri dentro e fuori dall'isola. Ce lo hanno detto a Oschiri, a Tempio, a Olbia, a La Maddalena e ad Arzachena, che ringrazio per essere venuti ieri a dare forza a questa visione. Ce lo ha detto Nuoro, che ha confermato il suo meraviglioso calore due giorni fa riempiendo il teatro Eliseo. Ce lo diremo oggi con quanti verranno a Ittiri, ad Alghero e a Porto Torres. Non smetteremo più di dircelo". 

Incalzato da Michela Murgia sul voto utile, il Pd torna oggi a ribadire le parole di Matteo
Renzi dal palco della Fiera di Cagliari: l'unico che può mettere a posto la Sardegna, intercettando le speranze delle giovani generazioni, é Francesco Pigliaru.
   
"Questo non vuol dire votare tappandosi il naso – spiega il segretario regionale democratico, Silvio Lai, replicando alla scrittrice di Cabras -, è l'esatto contrario. Questo vuol dire che la nostra Regione si trova ad un bivio e che a questo punto ci sono solo due strade. La prima porta a Cappellacci e a Berlusconi, alle promesse non realizzabili da fare in campagna elettorale per cercare di recuperare consensi dopo cinque anni
di mal governo. Con i centri benessere fantasma – attacca Lai -, con le strade sempre finanziabili ma mai concluse, con le prospettive di una zona franca che esiste solo nella loro demagogia la Sardegna non può rialzarsi". 
 
 "L'altra strada è quella proposta da Francesco Pigliaru, un progetto reale, percorribile, concreto, pensato proprio per risollevare la nostra isola e dare nuova speranza ai nostri
giovani. Non ci sono alternative – ribadisce il segretario – Se vogliamo chiudere con cinque anni disastrosi che ci hanno messo in ginocchio abbiamo a disposizione un voto che Matteo Renzi ha definito umile prima ancora che utile. Umile perché non si basa
sull'improvvisazione populista, sugli effetti speciali da campagna elettorale. Utile perché vuole guardare al futuro mettendo a disposizione serietà, competenza ma soprattutto
perché vuole dare una speranza reale ai nostri giovani e alla nostra Regione".