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All'inizio del 2013 la popolazione straniera iscritta nelle anagrafi comunali dell'isola ammonta a 35.613 unità e le donne sono oltre la metà, il 57,1%. La comunità più numerosa è quella romena, seguita dai marocchini. Poi Senegal, Cina e Ucraina. I due poli principali dell'immigrazione sono le province di Cagliari e Olbia: ospitano il 60% della popolazione straniera presente nell'isola. Quasi 12 mila sono nel capoluogo, 8.647 a Olbia-Tempio e 6.432 nella provincia di Sassari. Sono alcuni dei dati presentati questa mattina da Caritas e Migrantes nel XXIII Rapporto immigrazione 2013.

Gli occupati nati fuori dall'Italia sono 26.811: un quarto proviene dalla Romania e uno su dieci dalla Germania. Oltre 6.000 titolari di imprese individuali sono nati in Paesi fuori dall'Unione europea. Dei 7.347 rapporti di lavoro attivati in Sardegna nel 2012 con stranieri non comunitari la quota più consistenze ha riguardato gli addetti per attività svolte in famiglia, il 36,2%. Servizi, dunque, al primo posto poi agricoltura e industria. Molti hanno iniziato un lavoro autonomo: il numero di imprese individuali è passato nel periodo 2011-2012 da 5.749 a 6.170. Pochi studenti non italiani: sono 5.010, solo lo 0,6 per cento del totale nazionale, presenza concentrata in particolare nella scuola primaria.

Gli stranieri in Sardegna nel 2001 costituivano lo 0,6% della popolazione. Ora gli ultimi dati del 2013 dicono che la quota è arrivata al 2,2%. "Una crescita – ha spiegato Oliviero Forti, responsabile dell'Ufficio immigrazione della Caritas Italiana a margine della presentazione del XXIII Rapporto sull'immigrazione – non fortissima, ma legata più che a un aumento del flusso migratorio alle nuove nascite".

Ancora una volta, ha sottolineato il Report, il saldo migratorio (+5.715) è riuscito a compensare il saldo naturale (-3.182). In crescita soprattutto la presenza cinese e quella ucraina. La Sardegna è una delle ultime regioni per numero di presenze: accoglie soltanto lo 0,8% di tutti gli stranieri residenti in Italia. "A livello locale – ha sottolineato don Marco Lai, responsabile regionale della Caritas – restano aperte le questioni relative al Centro di accoglienza di Elmas e dei rom. Stiamo facendo dei passi avanti. Per quanto riguarda Elmas bisogna dire che quanto è accaduto nei giorni scorsi in via Roma (con bivacchi sotto i portici) rappresenta un po’ una forzatura: la Caritas offre ospitalità anche dopo che i migranti hanno ricevuto il permesso di soggiorno".