Con il ritiro da parte del Governo Renzi del decreto legge " Salva Roma" a causa dell'ostruzionismo delle opposizioni, vengono meno anche le misure previste per il ristoro dei danni provocati dall'alluvione del 18 novembre scorso in Sardegna. Tra questi i 90 milioni di euro per il 2014 che avrebbero dovuto garantire un finanziamento assistito, della durata massima di due anni, per coloro che hanno subito danni negli 80 Comuni sardi colpiti dal nubifragio. Nel decreto, inoltre, vi era la dilazione dei pagamenti dei tributi e degli adempimenti sospesi tra il 24 gennaio e il 17 febbraio scorso, senza applicazione di sanzioni e interessi.
Nonostante le rassicurazioni del ministro Boschi sul varo imminente di un nuovo provvedimento, alcune forze politiche stigmatizzano il comportamento delle opposizioni per gli effetti negativi che il ritiro del decreto ha prodotto nell'Isola.Movimento 5 Stelle e Lega "impediscono alle Camere – denuncia il deputato del Pd Matteo Richetti – l'approvazione di un provvedimento contenente misure urgenti e indispensabili per gli alluvionati in Sardegna, così come per l'Expo di Milano e per i cittadini di Roma". E contro il metodo utilizzato per il ristoro dei danni, si scaglia il deputato di Unidos Mauro Pili.
Intervenendo alla Camera prima del ritiro del " Salva Roma", il parlamentare sardo aveva accusato lo Stato di "umiliare" la Sardegna perchè "impone ai cittadini drammaticamente colpiti dall'alluvione di indebitarsi per pagare tasse e danni. Una decisione vergognosa che segna l'ennesima beffa ai danni dei territori colpiti".