"Puzza di vecchie logiche". Michela Murgia sferra un duro attacco al nuovo esecutivo del professore sassarese, definito “il massimo compromesso raggiungibile tra l’avidità dei soggetti in coalizione e la necessità di Pigliaru di salvarsi la faccia”. Veleno anche per l’assessore ai Lavori pubblici Maninchedda. La scrittrice di Cabras sul proprio blog ricorda “tutta la liturgia della spartizione tradizionale: contraccambi romani per poco spontanei passi indietro, settimane di tira e molla tra le correnti PD, veti incrociati tra potentati del nord e del sud e persino la scena patetica dei minuscoli alleati che il giorno dopo le elezioni, senza ancora essersi insediati, già si erano uniti in un cartello per contare di più e strappare una poltrona purchè fosse”.
E bolla la competenza della Giunta Pigliaru (6 docenti universitari nell’esecutivo) “uno specchietto per allodole e non riguarda la sostanza delle scelte, che restano clientelari. Diverso lo sarà forse in altre cose, ma certo non in questa: è evidente che se cambiassero gli equilibri di potere tra le forze che li hanno indicati, quegli assessori sarebbero sostituiti senza colpo ferire a dispetto di tutta la loro sbandierata competenza. Così è avvenuto che l’uomo col cognome giusto (cit. Manlio Brigaglia)”, aggiunge la scrittrice, “abbia scelto i suoi assessori con l’unico criterio di giustizia che gli è concesso usare nel mondo a cui appartiene: sono quelli con le giuste relazioni politiche, con le giuste carriere cattedrattiche, con le giuste appartenenze alle spalle, con le giuste fondazioni, le giuste corporazioni, le giuste banche, i giusti capibastone e le relative giustissime correnti.
Che sia la giunta giusta secondo il criterio della spartizione non c’è dubbio.
Che invece sia questo il modo giusto di fare le scelte per la Sardegna noi non lo crediamo e continueremo a dirlo”.
E poi giù accuse contro Maninchedda. “I sostenitori della diversità pigliariana”, aggiunge la Murgia, “rispetto alla vecchia politica dovrebbero quantomeno essere sorpresi dal fatto che nessun imbarazzo sia passato sul volto del presidente mentre nominava assessore l’uomo che fino a ieri l’altro, alleato del centrodestra, presiedeva la commissione Autonomia per Ugo Cappellacci. C’è da sperare, ma senza troppo contarci, che il macomerese per tutte le stagioni non usi ai Lavori Pubblici la stessa disinvoltura mostrata in ASL nelle province di Nuoro e di Oristano, dove il sottogoverno del Psd’az, anche sotto il suo vigile sguardo ceruleo, ha saputo aggiungere in questi anni nuovi e più variegati significati alla parola “clientelismo”.
Annuncia infine la resistenza fuori dall’aula: “Noi di questo sistema saremo sempre nemici e davanti al modo di operare che stiamo vedendo non taceremo mai”