Sono una decina, tutti residenti nel quartiere oristanese di Torangius, i minorenni coinvolti nell'operazione "Baby Pusher" portata a termine stanotte dalla Squadra Mobile della Questura di Oristano con la notifica di un ordine di custodia cautelare in carcere e due obblighi di dimora. Le misure cautelari – contrariamente a quanto si era appreso in un primo momento – sono state prese nei confronti di maggiorenni e non dei minorenni.
Destinatario dell'ordine di arresto un disoccupato di 30 anni, Giorgio Casu, già in carcere da novembre per una vecchia condanna, accusato di spaccio di sostanze stupefacenti ma anche di estorsione e rapina nei confronti di un ragazzino di 13 anni. Gli obblighi di dimora riguardano invece una coppia di fidanzati, di 25 e 23 anni, anch'essi coinvolti nell'attività di spaccio.
Secondo l'accusa Casu aveva organizzato una attività di spaccio per la quale poteva contare sulla "collaborazione", più o meno volontaria, di una decina di minorenni, tutti di età inferiore ai 14 anni, che spesso erano anche consumatori, di hashish e marijuana, e su una sorta di servizio di vedetta che gli consentiva di essere avvisato ogni volta che qualche auto della Polizia entrava nel quartiere di Torangius.
L'attività di spaccio, rivolta sopratutto a minorenni, spaziava però anche nel resto della città, in particolare tra piazza Cattedrale e piazza Eleonora e anche davanti ad alcune scuole medie.
L'indagine coordinata dal dirigente della Squadra Mobile Pino Scrivo era scattata nel mese di febbraio del 2013, anche a seguito delle segnalazioni, in qualche caso anonime, di genitori preoccupati per i loro figli.