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Hanno giurato i consiglieri regionali e gli assessori. Ma, informalmente, hanno giurato anche tutti quelli che questa mattina hanno presidiato l'ingresso del Consiglio regionale: hanno garantito che continueranno a battersi per ottenere quello che gli spetta, e cioè lavoro, ammortizzatori sociali e una Sardegna pulita, non inquinata. L'occupazione, si è capito anche numericamente, è la priorità.

In concomitanza con il via ufficiale dei lavori nel palazzo di via Roma, presenti sindacalisti e lavoratori dell'Alcoa di Portovesme. E un agguerritissimo gruppo in rappresentanza degli oltre diecimila sardi che attendono lo sblocco della mobilità in deroga dopo aver perso il lavoro.

   Stefania Zorco era dipendente di un'Agenzia marittima sino al novembre 2011. Era: ora è disoccupata: "Non riusciamo a percepire gli ammortizzatori sociali dovuti – racconta dopo aver parlato direttamente con il negovernatore Francesco Pigliaru – sotto Natale la Regione si era impegnata a farci avere un acconto del 50 per cento in attesa che la situazione si sbloccasse a Roma. Ma i primi soldi rischiamo di vederli soltanto a maggio. A questa Giunta chiediamo di battersi con il Ministero perché i soldi finalmente arrivino. Siamo molto incavolati. Chiederemo un incontro ufficiale con lo stesso presidente e con l'assessore del Lavoro".

   Altri operai che aspettano sono quelli arrivati dal Sulcis. "Dall'accordo del marzo 2012 sono passati quasi due anni – ha sottolineato Manolo Mureddu, delegato Rsu Cisl degli appalti Alcoa – adesso il nuovo governatore deve impegnarsi per arrivare a una soluzione chiedendo l'intervento del presidente del Consiglio dei ministri".

E ancora. "Purtroppo i giorni stanno passando velocemente – ha aggiunto Bruno Usai, rappresentante della Rsu Cgil – non ci sono risposte alla nostra vertenza, per questo motivo si rende necessario un intervento del Governo nazionale".

   In campo anche il Presidio di piazzale Trento, Css, Comitato scuola città, Sardegna pulita, Asssotziu consumadori Sardigna. Consegnata a Pigliaru una lettera: "Presidente – hanno scritto –   veleni industriali e i morti per tumore non possono andare in prescrizione". Molto chiaro Marco Mameli, del Presidio di piazzale Trento: "Vogliamo una Sardegna senza inquinamento – ha ribadito – non si ripeta più un caso come quello di Furtei".