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Montano le polemiche sui vitalizi degli ex consiglieri regionali della Sardegna. Da oltre una settimana sull'Unione Sarda propone inchieste giornalistiche sui costi della politica e sulla trasparenza, attraverso una campagna sulla rete con hashtag #dateciinomi.

   E se il Consiglio regionale, che prima ha opposto una questione di privacy, dice di attendere ancora un pronunciamento ufficiale da parte del Garante della privacy per la pubblicazione dei dati, lo stesso Antonello Soro ha già chiarito che l'Autority non pone alcun vincolo alla pubblicazione dei dati demandando ogni decisione all'assemblea sarda.

   Le inchieste giornalistiche de L'Unione Sarda si sono allargate oggi anche a La Nuova Sardegna e al Corriere della Sera, con il quotidiano milanese che ha proposto un'analisi di  Gian Antonio Stella, grande fustigatore della casta, che cita proprio la campagna de L'Unione Sarda e gli approfondimenti del sito Sardiniapost.

Nell'edizione odierne de L'Unione Sarda il direttore Antony Muroni ha firmato un 'fondo' in cui parla di "eterno consociativismo" della politica. Muroni ribadisce la richiesta dei nomi al presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau e spiega che "il muro di omertà e complicità sembra ugualmente sgretolarsi, facendo emergere posizioni sconosciute e interpretazioni dei regolamenti che non erano mai state dichiarate".

Tra i casi citati dal direttore e ripresi negli articoli quelli dell'ex presidente dell'Assemblea, Claudia Lombardo, che "eletta per quattro volte con Fi e Pdl, 41 anni compiuti a dicembre 2013, percepisce – scrive il quotidiano – da maggio un assegno di 5129 euro. La stessa cifra che incassa il suo collega Andrea Biancareddu, dell'Udc, 48 anni appena compiuti".

   Su La Nuova Sardegna, Lombardo spiega che lei è "quella che i vitalizi li ha cancellati. Siamo stati la prima regione in Italia. Sotto la mia presidenza è stata portata avanti e varata la norma che ha messo fine a queste pensioni. Ma è chiaro – si legge – che per legge si dovevano salvare i diritti acquisiti. In un certo senso questa legge io l'ho subita. Sono diventata consigliere regionale a 21 anni e ho fatto quattro legislature. Ho maturato i requisiti e ho diritto a percepire il vitalizio. Come tanti altri consiglieri regionali".

L'Unione Sarda. "Ripristinare la verità" per mettere "questa battaglia al riparo dalle prevedibili reazioni di chi ha guadagnato da certe operazioni e di chi ha interesse a sminuire il lavoro dei giornalisti". Così il direttore de L'Unione Sarda, Antony Muroni, motiva l'esigenza di spiegare sul blog on line del quotidiano come è cominciata l'inchiesta della testata cagliaritana sulla trasparenza nei costi della politica. "Mi sembra giusto, proprio in nome della trasparenza – scrive Muroni – raccontare come è nata".

   Si parte dal 12 marzo 2014 con una mail che segnala al direttore il caso vitalizi. Il giorno dopo L'Unione Sarda pubblica la replica dell'ex presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, che spiega: "prenderò la pensione tra nove anni, quando ne avrò compiuto 50, come prescrive la legge". Poi dopo un'altra serie di mail che hanno dato nuovi elementi ai cronisti, ecco la richiesta "dell'elenco dei consiglieri cessati a marzo 2014 e ammessi a godere immediatamente del vitalizio", presentata al neo presidente dell'Assemblea, Gianfranco Ganau.

"Ci risponde – racconta Muroni – con una chiusura assoluta", opponendo il diritto alla privacy.

   "Scoppia, naturalmente, un putiferio – commenta il direttore – Ricevo anche pressioni private per interrompere subito la campagna, persino colleghi di altre testate che derubricano la richiesta a una presunta incapacità di leggere i regolamenti sull'accesso al vitalizio pubblicati sul sito del Consiglio regionale. Ma il punto è proprio questo – scrive Muroni – A noi non interessa sapere chi sono i 317 consiglieri che prendono la pensione, piuttosto se qualche consigliere appena decaduto è stato ammesso a godere il beneficio in 'deroga' alle regole conosciute. E' una battaglia-simbolo, per far capire alla classe politica che non può fare sotterraneamente quel che gli piace, senza essere chiamata a renderne conto".

   Infine una domanda e un annuncio: "Cos'altro c'è di nascosto e quali altri segreti si teme di rendere noti? – si chiede il direttore de L'Unione – A questo punto, visto che le altre segnalazioni si sono rivelate fondate, varrà la pena di indagare giornalisticamente anche sul concorso per i nuovi dirigenti del Consiglio".