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"La situazione delle emissioni dei gas ad effetto serra è allarmante". E' la denuncia di Legambiente che indica il polo produttivo della Saras, "come il maggior emettitore in Sardegna di gas ad effetto serra con sei milioni di tonnellate annue", e chiede che venga adottata come misura compensativa la realizzazione di una grande forestazione di 120mila ettari.

Nel corso di un incontro che si è svolto nei giorni scorsi fra Vincenzo Tiana, presidente regionale, e Daniele Cocco componente del comitato scientifico dell'associazione e il presidente di Sarlux, Francesco Marini, l'associazione ambientalista ha chiesto l'attuazione di un Piano per limitare in tempi brevi tutti i fattori di inquinamento o in alternativa la riduzione della capacità produttiva del complesso industriale, sia della raffineria che della centrale termoelettrica.

   L'associazione ha chiesto, infatti, l'attuazione di un progetto innovativo capace di ridurre l'impatto ambientale.

"Sono tre i fattori di rischio per la salute dell'uomo e dell'ambiente: gas serra e inquinamento acustico e atmosferico – sottolinea Tiana – dal rapporto che abbiamo presentato risulta che un terzo delle emissioni delle industrie della Sardegna sono legate alla Saras, nello specifico la centrale termoelettrica, ovvero l'impianto della Sarlux, supera di otto volte le quote assegnate dal Ministero dell'Ambiente. Oltre al gas serra c'è un grosso problema di inquinamento acustico segnalato da diversi studi, proprio a ridosso del muro di recinzione della Saras c'è l'abitato di Sarroch. Infine c'è da segnalare che ogni anno la Saras emette in atmosfera migliaia di tonnellate di sostanze inquinanti".

Nel pomeriggio la replica della Sarlux. "Le rilevazioni evidenziano i progressi compiuti in  termini di compatibilità ambientale, che collocano il sito di Sarroch ben al di sotto dei limiti delle legge. Quanto alle PM10, rispetto ai dati citati nel comunicato di Legambiente, e riferiti probabilmente ad anni precedenti, il 2013 ha fatto registrare un miglioramento. Come testimonia, ad esempio, la centralina Censa 3 (rete Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Sardegna) nell’abitato di Sarroch, che ha segnalato un solo picco giornaliero in 12 mesi, contro i 35 consentiti dalle norme (D.lgs. 155/2010)"

1) Barriere per l’impatto acustico. "Da anni il Gruppo Saras, in collaborazione col Comune, lavora per ridurre l’impatto sonoro generato da alcuni impianti. Sul versante interno, sono state realizzate numerose barriere acustiche con pannelli fonoassorbenti. Sono stati inoltre adottati silenziatori per gli sfiati di vapore e per i ventilatori, oltre ad aver inserito il limite di decibel come requisito per l’acquisto di ogni apparecchiatura".

2) Meno 45% So2 dal 2008. "La riduzione del rilascio di anidride solforosa (So2) è stato il risultato più importante raggiunto dal Gruppo dal 2009, anno di realizzazione di un impianto da 65 milioni di euro, che ha permesso, a parità di quantità di prodotto lavorata, di tagliare le emissioni del 45%. Le centraline della rete pubblica dell’Azienda regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna dimostrano come nel 2013 non siano mai stati superati i limiti giornalieri e orari di anidride solforosa". 

3) Meno 400mila tonnellate Co2. Nel 2013, Sarlux ha ridotto di 400mila tonnellate l’anidride carbonica prodotta rispetto al 2005, puntando molto sull’efficienza energetica. Un sapiente lavoro di recupero energetico ha permesso di consumare meno combustibile e, quindi, di rilasciare una quantità minore di gas climalteranti. La sfida dell’efficienza energetica è tra le priorità dell’azienda, perché consente di coniugare gli obiettivi di compatibilità ambientale con quelli della competitività.  

 <Sebbene esposte in modo da suscitare sensazione>>, ha commentato Francesco Marini presidente di Sarlux, <<le osservazioni di Legambiente, che pure riconoscono i risultati raggiunti, sono sempre uno stimolo per indirizzare i nostri costanti sforzi di miglioramento. Con favore rilevo come anche l’associazione abbia evidenziato i progressi da noi compiuti in termini di compatibilità ambientale, con la forte riduzione di S02>, ha sottolineato Marini.