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Soli, con mille problemi legati al rapporto con i figli e spesso anche poveri. Ora per i separati c'è una "casa" anche a Cagliari: è in via Monsignor Piovella e ogni venerdì – l'iniziativa sta partendo ora e ci sono stati i primi due incontri – riunisce una piccola comunità di venticinque persone, 80 per cento donne e 25 per cento uomini.

   "Le esperienze di altre regioni – ha spiegato Silvio Albanese, presidente dell'associazione Gesif, genitori separati insieme per i figli, che ha fatto sbarcare il progetto anche in Sardegna – ci dicono poi che all'inizio gli uomini faticano a dire di stare male. Ma poi partecipano, riequilibrando il numero di adesioni".

   I problemi? "Subito la solitudine – ha spiegato Silvana Migoni, associazione Donne al traguardo e delegata Gesif – perché gli amici comuni in queste situazioni spariscono. E poi le difficoltà economiche gravissime: sappiamo di gente persone che si rivolgono alla Caritas o che addirittura vivono in auto, nei treni o frugano nei cassonetti".

   E poi c'è la questione figli: "Spesso i genitori non affidatari – ha spiegato Migoni – non sanno come passare le ore con i bambini. E finiscono al centro commerciale o al cinema. Ma che momento educativo si può avere in questi luoghi?"

Per questo, nella sede cagliaritana della Gesif, è stato predisposto anche uno spazio con angolo cottura, videogiochi, libri. Un luogo, insomma, più a misura di bambino. Gli incontri di auto-aiuto sono coordinati da mediatori e psicologi e consentono confronto e possibilità di soluzione dei problemi che normalmente incontrano separati e divorziati. Con i partecipanti che prima vengono aiutati e poi potranno aiutare i nuovi arrivato che chiedono soccorso.