quirra-accame-and-ldquo-perizia-da-rivedere-and-rdquo

"La perizia del prof. Mariani è interamente da rivedere perché non tiene conto della fondamentale base di dati costituita dai proiettili rimasti conficcati nel suolo e non portati alla luce per completa mancanza di ogni bonifica preventiva effettuata sotto la superficie (terrestre ed acquea)". Lo afferma, in una nota, il presidente dell'Associazione nazionale assistenza vittime arruolate delle forze armate e famiglie dei caduti, Falco Accame.
"Tali proiettili – spiega – costituiscono la potenziale maggiore minaccia di inquinamento delle falde acquifere e quindi una relazione che non tenga conto di quanto sopra, non può che ritenersi del tutto parziale. Inoltre la relazione prende in considerazione esclusivamente i pericoli ambientali che, per le persone (e gli altri viventi) costituiscono dei pericoli indiretti. Vengono del tutto trascurati, invece, i pericoli diretti per i militari, pericoli che si presentano nel diretto rapporto con i proiettili (e i loro ossidi), ad esempio nel recupero a mano di residuati bellici e nel diretto rapporto che si genera con dispositivi altamente pericolosi facenti parte delle armi impiegate. Ad esempio la relazione – prosegue Accame – prende in esame i pericoli indiretti ambientali derivanti dalla dispersione del torio nell'ambiente ma omette completamente di prendere in considerazione i pericoli diretti derivanti dal fatto che i dispositivi di guida al torio dei missili Milan vengono a trovarsi a diretto contatto (a pochi millimetri, di distanza) con la testa del lanciatore. Se i pericoli indiretti sono assai limitati, i pericoli diretti sono altissimi. Tanto è vero – conclude – che i progettisti e costruttori del missile Milan (che forse sono al corrente delle caratteristiche del missile più degli esperti italiani), hanno deciso, appena accortisi dei gravi danni che erano stati prodotti dal dispositivo di guida, la proibizione dell'impiego del missile (in Italia, sconsideratamente, effettuato con molto ritardo)". 

Parte civile. "I pastori dell'area intorno al Poligono di Quirra, prosciolti perchè secondo il Gip il passaggio del bestiame sui terreni sotto sequestro non costituisce reato, non possono tornare a pascolare in quelle stesse zone". Lo sostiene Adriano Sollai, l'avvocato di parte civile nel processo sui cosiddetti "veleni di Quirra", in rappresentanza dei cittadini di Villaputzu e San Vito.
"Dalla relazione del professor Mario Mariani, non c'è alcuna indicazione in tal senso – spiega il legale – e in ogni caso dovrebbe essere l'autorità giudiziaria a decidere se consentire o meno il pascolo". Gli avvocati delle 62 parti civili costituitisi in giudizio, si preparano alla battaglia nell'udienza preliminare del 18 giugno prossimo in cui è prevista la discussione sulla super perizia disposta dal Gup Nicola Clivo e depositata ieri in Tribunale a Lanusei.
La relazione dell'esperto del Politecnico di Milano esclude l'ipotesi del disastro ambientale avanzata dalla Procura, pur sottolineando la presenza circoscritta di diversi inquinanti ma senza una compromissione permanente del territorio. "Saranno tante le osservazioni che faremo con i nostri periti in udienza", anticipa Sollai. All'interno della perizia infatti, osserva il legale, emergono "punti contrastanti: ci sono delle aree intorno al Poligono in cui sono stati rinvenuti polveri contenenti uranio e torio che in presenza di vento si sono riversate all'esterno della zona militare, quindi nei paesi limitrofi. Il prof. Mariani spiega che si tratta di 'episodi che potrebbero aver generato fenomeni di contaminazione acuta'.
Questo dunque – commenta l'avvocato – non esclude uno degli aspetti più pericolosi, che è il danno sulla salute dell'uomo. Ora come si fa ad escludere il disastro ambientale?".
Il legale sottolinea poi nella relazione "non ci sono analisi e accertamenti biologici sugli animali. E sulle acque – aggiunge Sollai – l'Arpas era arrivata a conclusioni diverse segnalando condizioni di criticità. Cosa dire, infine, delle salme dei pastori riesumate in cui sono state trovate importanti quantità di torio e degli animali malformati?", si chiede l'avvocato che conclude: "Bisogna smetterla con i trionfalismi. Noi siamo pronti a dare battaglia in ogni sede per tutelare i nostri assistiti".

Il sindaco di Perdasdefogu. "Ci sentiamo un po' più tranquilli, anche se non siamo sorpresi del risultato delle analisi nel territorio del poligono di Quirra". Così il sindaco di Perdasdefogu Mariano Carta all'indomani della super perizia del professor Mario Mariani che ha escluso il disastro ambientale nella zona circostante il poligono militare.
"Negli ultimi tre anni – spiega il primo cittadino – sono stati prodotti dati ufficiali di diversi studi che attestavano quello che è venuto fuori ora. C'era stata la relazione dell'istituto Zooprofilatico, che aveva escluso anomalie sulle carni degli animali che pascolavano su quei terreni. Anche l'Istituto Superiore di Sanità aveva prodotto la relazione dei suoi studi, dove si accertava che non c'era nessun aumento dei casi di mortalità per tumore nella zona, anzi, eravamo addirittura sotto la media regionale. Infine, in occasione della bonifica della discarica di Ispibiris non è stato ritrovato nulla di tossico. Ecco perchè dalla super perizia non potevamo aspettarci nulla di diverso".
"Vorrei sottolineare – aggiunge il sindaco – che si tratta di uno studio effettuato da un elemento terzo rispetto alle parti.
Stiamo parlando di perizie tecniche e non possiamo dubitare della correttezza degli studi del professore e della sua deontologia professionale". La cosa che in questo momento sta particolarmente a cuore al primo cittadino di Perdasdefogu, è la situazione dei pastori che non possono portare il bestiame sui terreni del Poligono. "Dagli studi effettuati sulla zona che comprende 13.400 ettari – afferma Carta – gli elementi inquinanti rinvenuti riguardano al massimo un territorio di 800 ettari, che ricadano all'interno della zona in cui si effettuano le esplosioni e i brillamenti. Ma restano altri 12mila ettari: su questo territorio vorrei che gli allevatori tornassero a pascolare subito". Ora il sindaco si aspetta che il suo paese torni alla normalità, anche se, a suo dire, "il danno di immagine che ci è stato fatto niente lo potrà cancellare".

Il torio trovato nelle ossa di pastori ed animali morti non l'abbiamo messo noi pacifisti". Lo afferma il senatore del Movimento 5 stelle Roberto Cotti all'indomani della super perizia del prof. Mario Mariani che ha escluso il disastro ambientale nella zona di Quirra circostante il poligono militare. Per il senatore grillino non c'è "nessuna sorpresa" dalla relazione. "Purtroppo – aggiunge – sappiamo che l'indagine prende in esame solo alcune ipotesi di reati, così come sappiamo che, nostro malgrado, sono già trascorsi una decina di anni da quando venivamo sparati missili Milan al torio radioattivo". Per Cotti, "il fatto che non siano stati trovati materiali inquinanti o radioattivi a distanza di tempo non significa, ovviamente, che i casi di morte e di tumore registratisi tra persone residenti o frequentanti l'area del poligono siano dovuti a cause diverse da esercitazioni e brillamenti".
"Indipendentemente dal rinvio a giudizio o meno dei 20 indagati – continua il senatore del M5s – si possono avere due certezze: la prima riguarda lo stato di pericolosità delle esercitazioni militari, che resta scontato, mentre la seconda è quella della strada intrapresa nella scorsa legislatura dal Senato (Commissione d'inchiesta sullo studio dei casi di malattie tra militari e popolazioni residenti vicino ai poligoni), con la richiesta di dismissioni e riconversioni dei tre poligoni sardi, l'unica soluzione sensata alla problematica". "Purtroppo – conclude Cotti – assistiamo all'opposto fenomeno dell'aumento dei poligoni in Sardegna, con il recente triste caso del lago Omodeo, un posto dove in qualunque altro paese al mondo si sarebbero sviluppate iniziative eco-turistiche, invece che esercitazioni armate che alla Sardegna portano solo danni e inquinamenti".