Il buon esito del progetto che riguarda gli investimenti del Qatar sull'ospedale ex Raffaele di Olbia è e rimane tra le priorità di questa Giunta. La Regione Sardegna è impegnata all'interno di un percorso definito, che ha una data di inizio e una di fine (24 giugno, ndr)". Così l'amministrazione guidata da Francesco Pigliaru replica alle notizie di stampa secondo le quali ci potrebbe essere un disimpegno degli investitori del Qatar sul progetto di rilancio della struttura ospedaliera privata per alcune resistenze degli apparati regionali o di partito.
"Nonostante le difficoltà burocratiche che sono comuni a tutto il sistema Italia e che quindi pesano anche sulla Sardegna", la Regione ricorda di aver "avviato dai primi di maggio una marcia a tappe forzatissime per mantenere quanto annunciato, offrendo un esempio di affidabilità che ha pochi paragoni nel panorama nazionale. Come concordato e più volte sottolineato, si tratta di un percorso che deve essere armonico con il processo di riorganizzazione e razionalizzazione della rete ospedaliera della Sardegna – ribadisce la Regione – A questo scopo sono stati istituiti i tavoli tecnici nei quali si affrontano le varie tematiche in un confronto costruttivo e costante, con l'obiettivo di superare le difficoltà e giungere a conclusioni condivise".
Secondo l'Esecutivo, il San Raffaele è "per l'Isola una grande opportunità e la Giunta regionale prosegue quindi il proprio lavoro come da agenda, per portare all'attenzione del Consiglio una proposta soddisfacente e di cui siano visibili i vantaggi per l'intera Sardegna".
Spending rewiew. Potrebbero essere due le linee guida da tener presente nel percorso di completamento del San Raffaele di Olbia: la prima è la spending review di Monti che ha tagliato il numero dei posti letto sino a 3,7 per 1.000 abitanti, di cui 3 per acuti e 0,7 per riabilitazione e lungo degenza post acuzie; la seconda – più politica che tecnica – è il piano sanitario regionale approvato dalla Giunta Soru e ancora in vigore, tranne però proprio per la parte che riguarda la rete ospedaliera, cassata dal Tar, e che faceva riferimento all'ex San Raffaele.
Riguardo alla revisione della spesa imposta a livello nazionale, i dati aggiornati a gennaio 2013, pubblicati sul sito del ministero della Salute, mettono in capo all'Isola 5.976 posti letto (4.846 per acuti e 1.131 post acuti), 1.291 in meno rispetto a quanti previsti a gennaio 2012, cioè 6.548 dei quali 6.137 per acuti e 411 per post acuti. E' probabile però attendersi un nuovo provvedimento da parte del Governo che potrebbe tagliare altri 280 posti letto, non solo con il Patto per la Salute in discussione nei prossimi giorni. Entro questi margini occorre trovare spazio per i 260 posti letto della nuova struttura in Gallura e questo significa riorganizzare l'assistenza ospedaliera prevedendo anche un passaggio in Consiglio regionale.
E proprio l'Assemblea sarda aveva varato, nel gennaio 2007, il Piano sanitario regionale che già all'epoca prevedeva la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero a Olbia. "Tenuto conto della particolare situazione della Provincia di Olbia Tempio, caratterizzata da crescita demografica ed economica e da consistenti flussi turistici, è ipotizzata – si legge nel Piano varato dal Consiglio – la presenza di una struttura privata, proposta dall'Irccs, Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, delle dimensioni di 150-180 posti letto, strettamente integrata con l'offerta ospedaliera pubblica, operante nell'area medica, nell'area chirurgica e nell'area della riabilitazione, nel rispetto di quanto previsto dal presente Piano in particolare con riguardo alle discipline specialistiche operanti all'interno delle diverse aziende sanitarie".
Secondo questo Piano, nell'ex San Raffaele potevano trovare spazio "attività nell'ambito della nefro-urologia (in particolare con indirizzo oncologico), delle neuroscienze, della chirurgia vascolare, nonché un centro dialisi (in particolare a supporto dell'attività svolta nei periodi di massima affluenza turistica). L'attività specialistica ambulatoriale è sviluppata esclusivamente nelle specialità per le quali è prevista l'attività di degenza presso la struttura privata ubicata a Olbia". Infine si autorizzava la Asl di Olbia a stipulare contratti con la struttura privata per "il contenimento della mobilità passiva extraregionale, in termini di spesa e di attività"