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Attenzione alla politica linguistica sul sardo. E soprattutto un avvertimento a Giunta e Consiglio regionale: le conquiste degli ultimi dieci anni non si toccano. È il messaggio lanciato da Santa Giusta nel corso di una riunione con oltre 250 attivisti politici e operatori culturali riuniti per battezzare il neonato "Coordinamentu pro su sardu ufitziale" (Csu).
L'assemblea ha approvato un ordine del giorno proposto da Antonello Garau, presidente della cooperativa L'Altra Cultura di Oristano, che impegna i promotori dell'iniziativa a formare una delegazione che cercherà di incontrare il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l'assessore Claudia Firino e le commissioni Statuto e Cultura. "Obiettivo principale – spiega il coordinamento – è quello di richiamare l'attenzione della politica regionale sul tema della lingua quale emergenza di carattere autonomistico e quindi priorità fondamentale".
In molti interventi è emerso il collegamento con il dibattito sulla riforma dello statuto e la convinzione, da parte del Csu, che senza la specificità linguistica l'autonomia speciale della Sardegna sia in serio pericolo. "In questa situazione confessata di non conoscenza che ha bisogno di tempo per valutare e studiare – ha detto Giuseppe Corongiu, ex direttore del servizio linguistico regionale – si intravede sullo sfondo il pericolo che forze, gruppi e lobbies culturali facciano sbagliare i responsabili perché interessati a distruggere ciò che si è fatto per affermare la propria egemonia di piccolo cabotaggio.
Mi auguro che la politica sarda sia all'altezza del suo ruolo".
Tra i temi affrontati dall'assemblea anche quello dello standard della Limba sarda comuna.