Un violento tentativo di rapina ai danni di un anziano, picchiato e legato mentre si trovava nella sua abitazione, una serie di intimidazioni e minacce a mano armata a seguito di litigi, colpi di fucile contro abitazioni, furti di armi e di un cavallo. Sono solo alcuni dei reati commessi dai cugini Alessandro Murgia, di 26 anni, Gianni Murgia, di 39, i gemelli Alessio e Giuseppe Murgia, di 23, e Mauro Pitzalis, anch'egli 23enne, tutti di Nurri, arrestati questa mattina dai carabinieri della Compagnia di Isili, su disposizione della magistratura, per associazione a delinquere finalizzata ai reati contro il patrimonio e la persona e in materia di armi.
Le ordinanze, eseguite con l'aiuto degli uomini dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna, del Nucleo Cinofili, degli Artificieri di Cagliari, supportati dall'Elinucleo di Elmas, sono state richieste dal pm di Cagliari Gilberto Ganassi e firmate dal Gip Giampaolo Casula. Le indagini, partite a gennaio del 2001 e proseguite fino a giugno dello stesso anno, hanno consentito ai carabinieri di individuare l'organizzazione criminale radicata nel territorio di Nurri che, come sottolineato dagli stessi investigatori in conferenza stampa, "spadroneggiava commettendovi reati di particolare gravità".
I crimini. Molti gli episodi criminali contestati ai cinque uomini di Nurri arrestati questa mattina per associazione a delinquere. Tra questi il più grave è quello avvenuto il 6 marzo del 2011 quando la banda era entrata nell'abitazione di un pensionato per rapinarlo e portargli via le armi. Dopo averlo picchiato, legato e imbavagliato, lasciandolo a terra sanguinate, i malviventi erano stati messi in fuga dall'intervento di alcuni vicini.
A gennaio dello stesso anno erano entrati a casa del pensionato per rubargli i fucili. Dopo i due episodi criminali l'anziano aveva anche tentato di farsi giustizia da solo, sbagliando però persona. Non solo. Sempre a gennaio del 2011 a Orroli alcuni degli arrestati, dopo una violenta discussione in strada con un gruppo di giovani, sarebbero tornati per minacciarli con un fucile seminando il panico fra i presenti.
A maggio dello stesso anno è Mauro Pitzalis a rendersi protagonista di una pesante intimidazione nei confronti della sua ex fidanzata, accusata di avere una relazione con un altro uomo: con l'aiuto dei complici spara quattro colpi di fucile con due armi differenti contro l'abitazione ritenuta, erroneamente, quella della ragazza e danneggiando anche un'auto parcheggiata.
Tra i reati contestati alla banda, anche il furto di un pregiato cavallo di razza anglo-arabo-sardo, non per introdurlo nel mondo delle corse clandestine ma, piuttosto, per ucciderlo, macellarlo e mangiarlo.