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Anche se il trasferimento in altre zone dell'Isola delle attività svolte a Teulada, Quirra e Capo Frasca appare "non facile", il ministero della Difesa ha avviato un percorso per trovare soluzioni, dove possibile, "attagliate" alle esigenze locali ripensando i poligoni come "opportunità di cooperazione civile e militare". E in questo contesto si potrà aprire anche il processo di riduzione graduale della presenza militare in Sardegna.
E' quanto emerso nella prima giornata della Conferenza nazionale sulle servitù militari in corso a Roma dedicata alle audizioni dei sindaci dei comuni interessati. Atteso per domani, invece, l'intervento del governatore sardo, Francesco Pigliaru – con lui gli atri presidenti di Regione – che chiederà un riequilibrio della presenza militare nell'Isola e il blocco delle esercitazioni tra giugno e settembre. I primi cittadini di Perdasdefogu, Teulada, Sant'Anna Arresi, Arbus e La Maddalena hanno sottolineato le difficoltà dei territori in termini di inaccessibilità, mancato sviluppo, tutela ambientale e della salute, mentre la presidenza della Regione ha confermato che l'incidenza dei gravami è di circa il 65% rispetto al totale nazionale.
Nella sezione della Conferenza dedicata alla ricerca, è stato Gianluigi Sechi del CRS4 a fare il punto della situazione in Sardegna e dello specifico ruolo del CRS4, così come delle potenzialità di sviluppo "investendo sul sistema sardo della ricerca che significa – ha spiegato Sechi – non compensazione per qualcosa che ci viene tolto, ma un investimento che può dare alla Difesa e allo Stato un vantaggio competitivo, in quanto nell'Isola esistono competenze scientifiche e tecnologiche all'avanguardia". Quanto agli indennizzi, è emerso che il programma di spesa non sempre può essere rispettato per mancanza di risorse.