No alle bombe ad aria compresa nei fondali sardi. “A rischio il santuario di balene, tartarughe e delfini”. Ieri la protesta del deputato di Unidos Pili, oggi l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico ha inoltrato un atto di intervento nel procedimento di valutazione di impatto ambientale (Via) relativo al progetto di indagine gerofisica 2D nell’area dell’istanza di prospezione a mare “d.1 E.P.-SC” da parte della società di ricerche petrolifere Schlumberger Italiana s.p.a. in una vastissima area del Mar di Sardegna (20 mila 922 kmq).
Sono stati interessati il Ministero dell’ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare (titolare del procedimento), il Servizio valutazione impatti (Savi) della Regione, il Parco nazionale dell’Asinara, il Parco naturale regionale di Porto Conte, l’Area marina protetta del Sinis – Mal di Ventre ei comuni rivieraschi (Alghero, Bosa, Cuglieri, Magomadas, Narbolia, Porto Torres, San Vero Milis, Sassari, Stintino, Tresnuraghes, Villanova Monteleone).
L’ampia area di mare interessata dal progetto (quasi 21 mila chilometri quadrati) riguarda il Santuario Pelagos, Santuario per i Mammiferi marini istituito come area marina protetta di interesse internazionale e area specialmente protetta di interesse mediterraneo (Aspim), in base all’Accordo internazionale sottoscritto a Roma il 25 novembre 1999.
Gli ecologisti evidenziano che l’attività di prospezione, secondo quanto riportato nello studio di impatto ambientale (Sia), consisterebbe in “spari” di aria compressa (airgun) per oltre 7 mila 300 km di tracciato complessivo per un periodo di 10 settimane. Questi “spari” avrebbero una cadenza di uno ogni 5-15 secondi, con intensità sonora variabile fra 240 e 260 decibel, intensità superata in natura solo da terremoti ed esplosioni di vulcani sottomarini.
“Al contrario di quanto sostenuto nel S.I.A.”, scrive Stefano Deliperi, “il danno alle specie di cetacei e di tartarughe marine ben presenti nell’area marina interessata sarebbe devastante, sia sul piano uditivo che sotto il profilo dell’orientamento, come riportato dalla letteratura scientifica (vds. S. Mazzariol e altri, Sometimes Sperm Whales (Physeter macrocephalus) Cannot Find Their Way Back to the High Seas: A Multidisciplinary Study on a Mass Stranding, in Plos One, 2011). Altrettanto”, aggiunge, “potrebbe ipotizzarsi per le specie ittiche, anche di interesse commerciale, con indubbi riflessi negativi sull’economia del settore della pesca”.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, quindi, chiesto una pronuncia di incompatibilità ambientale da parte del Ministero dell’ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e mette a disposizione di chiunque lo richieda all’indirizzo di posta elettronica grigsardegna5@gmail.comun fac simile di atto di intervento nel procedimento di V.I.A. da completare e inviare entro il prossimo 6 luglio 2014.
“Lasciate in pace balene, delfini, tartarughe e ogni altro essere vivente del mare”.