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Natalità a picco in Sardegna: in media 1,14 figli contro la quota nazionale di 1,38. Numeri che significano due cose. Primo: l'isola è ultima in Italia nella classifica delle nascite. Secondo: continuando così nel 2050 ci sarà un rapporto di uno a uno tra popolazione attiva e popolazione "inattiva" (bambini-ragazzini di scuola media o pensionati).
Insomma, per ogni sardo tra i 15 e i 64 anni ce ne sarà un altro nella fascia di età inferiore o superiore. È uno dei dati emersi dalla relazione di Vittorio Pelligra, dell'Università di Cagliari, questa mattina nel corso del seminario formativo promosso dalla Cisl Sardegna intitolato "Famiglia nel crocevia del malessere economico, sociale e culturale della Sardegna".
Al convegno è intervenuto anche l'arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio. "Per parlare di famiglia bisogna parlare di lavoro – ha detto – e allora bisogna individuare le possibilità di occupazione liberandosi dei laccetti burocratici. Bisogna puntare sulla formazione professionale e sulle esperienze cooperativistiche. E occorre vigilare sulle risorse che arrivano dall'Europa per non farle magari tornare a Bruxelles".
Il futuro? Un'indagine condotta e presentata questa mattina dice che il 18% dei sardi è preoccupato per la sua pensione: ha paura che quanto messo da parte non possa bastare per garantirsi una terza età all'insegna della serenità.
Soddisfazione più alta invece negli attuali over 60: il 41% è convinto che quanto riceve o quanto riceverà possa bastare.