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"Per riuscire a contare qualche cosa di fronte a uno Stato che ragiona solo sulla base dei rapporti di forza, la Sardegna ha bisogno di un grande partito della sovranità, della cultura e del lavoro e questo grande partito non si può fare senza il Partito Democratico", è la sfida-proposta dell'assessore regionale dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, lanciato questa mattina al Pd sardo da Oristano, dove è in corso l'Assemblea nazionale del Partito dei Sardi.
"Cosa vi impedisce – ha detto al Pd – di fare un congresso assieme a noi e agli altri partiti e movimenti che ci stanno?".
Ma anche un Congresso unitario sarebbe insufficiente per Maninchedda il quale ha sostenuto la necessità di "un Patto federativo per andare tutti insieme alle elezioni europee e a quelle politiche".
"Noi non siamo un partito forte, neanche il Partito Democratico da solo è un partito forte, in Sardegna non c'è uno straccio di partito abbastanza forte da solo per vincere un confronto con lo Stato", ha aggiunto ancora Maninchedda spiegando, tanto per evitare equivoci, che non vuole tirare uno sgambetto al Pd ma solo fare un tentativo di provare a scrivere un percorso di storia nuovo per la Sardegna.

Sedda. "Ci siamo solo noi e il presidente Pigliaru". Lo ha detto il segretario Franciscu Sedda a Oristano aprendo i lavori della Assemblea nazionale convocata per fare il punto della situazione dopo i primi cento giorni di Governo regionale. "Siamo partiti bene e stiamo mantenendo le promesse – ha aggiunto -. Se la legislatura terminasse oggi i sardi riconoscerebbero che c'è un partito, il Partito dei sardi, che sta segnando l'azione di governo".
Sedda ha spiegato che "ci sono assessorati che ancora non hanno una linea" e che "l'azione di Pigliaru è influenzata dal nostro ideale di sovranità". A sostegno delle sue affermazioni ha ricordato il decreto Dighe, che è stato "un gesto di sovranità concreta", il pressing sull'Anas per il completamento della Statale 131 e gli interventi per il risanamento di Abbanoa. "Se invece che ai Lavori pubblici ci avessero messo alle Riforme avremmo già fatto l'indipendenza" ha scherzato annunciando che una delle prossime battaglie sarà quella per l'Agenzia sarda delle Entrate. A caratterizzare politicamente l'assemblea è stata però la sfida lanciata dall'assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda al Partito democratico. Perché la Sardegna abbia il peso necessario a sostenere il confronto con lo Stato centrale, ha spiegato Maninchedda, "serve un grande partito della sovranità, della cultura e del lavoro". Al Pd Maninchedda ha proposto un congresso unitario e un patto federativo con tutti i partiti della coalizione per andare tutti insieme alle elezioni europee e a quelle politiche. Maninchedda ha anche lanciato l'allarme per una sorta di "golpe bianco" che sarebbe in atto per condizionare le scelte che la Regione dovrà fare in materia di Piano paesaggistico, Legge urbanistica e Piano sanitario. "Leggendo i giornali, ha detto, si capisce tutto: è opera di soggetti politici informali che non chiede il consenso nelle urne, ma vuole manipolarlo per dare la sensazione che il pensiero di poche persone sia il pensiero della maggioranza dei sardi".