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"Così hai guardato Sergio quando gli hai fatto quello che gli hai fatto?". Urla disperate nell'aula della Corte d'Assise di Cagliari tra la moglie di Sergio Tronci, l'operaio della Vesuvius Italia di Assemini picchiato a sangue, legato col fil di ferro e bruciato vivo in un'auto nel 2004 a Ortacesus, e il principale sospettato dell'omicidio, Niveo Batzella.
Aperto oggi il processo a suo carico, quando i giudici erano in camera di consiglio per sciogliere delle eccezioni sollevate dal difensore Riccardo Floris, è scattato prima un botta e risposta tra Batzella e il figlio della presunta vittima, interrotto dalle urla della moglie di Tronci rivolte a quello che la Procura ritiene il capo degli assassini dell'operaio asseminese.
Per quel delitto, ieri mattina in un secondo processo che si sta celebrando con rito abbreviato, il pubblico ministero Rossana Allieri ha sollecitato la condanna a 18 anni di reclusione per il nipote di Niveo, Gianfranco Batzella – accusato di concorso in omicidio ma che da subito ha deciso di pentirsi e collaborare con la Procura, consentendo di ricostruire tutte le presunte attività criminali della banda guidata dallo zio che i magistrati considerano responsabile di rapine e altri gravi delitti – e sei anni per la moglie di Niveo, Lucia Ptizalis, la presunta amante di Sergio Tronci che lo avrebbe attirato nella trappola mortale.
E' cominciato invece oggi in Corte d'Assise, davanti al collegio presieduto da Claudio Gatti (a latere Ermengarda Ferrarese), il dibattimento col capobanda chiuso nella gabbia degli imputati, chiamato a rispondere oltre che dell'omicidio di Tronci anche della presunta riduzione in schiavitù della moglie – da qui, forse, la richiesta mite a sei anni sollecitata dal pm Allieri. Respinte tutte le eccezioni difensive, il processo riprenderà il 15 luglio.
Subito dopo nella stessa aula d'Assise usata per questioni di sicurezza, si è svolta anche la prima udienza preliminare davanti al Gup Giuseppe Pintori nella quale Niveo Batzella è accusato del tentato sequestro dell'imprenditore caseario Alessandro Podda (Podda Formaggi). Archiviate le istanze preliminari della difesa, il giudice ha rinviato all'8 luglio per la decisione.
Lo scorso aprile, Niveo Batzella era stato condannato in primo grado all'ergastolo per l'omicidio di Gianluca Carta, il titolare di un night club di Assemini ucciso con una fucilata alla testa dopo essere stato sequestrato e poi ritrovato senza vita in una cunetta nelle campagne di Sestu il 18 maggio 2011.