Si chiude il cerchio attorno all'organizzazione specializzata in furti e ricettazione di farmaci oncologici e antireumatici che è riuscita a sottrarre dalla farmacia interna al policlinico Umberto I di Roma confezioni per un valore di oltre un milione di euro. Intanto anche il presunto capobanda, ricercato da ieri, è stato arrestato dalla polizia in Sardegna dove era in vacanza al mare. Mario Porzio, un 80enne che in passato ha lavorato come informatore farmaceutico, è stato rintracciato a Carloforte, in provincia di Cagliari, dove si trovava in vacanza e dove è proprietario di case e fondi agricoli. Su indicazione degli investigatori della Squadra Mobile di Roma guidata da Renato Cortese, l'anziano è stato rintracciato dai colleghi della squadra mobile di Cagliari in una casa di sua proprietà. L'appartamento è stato perquisito, ma non sarebbero stati trovati elementi utili alle indagini. Per gli inquirenti sarebbe proprio lui il vertice dell' organizzazione, l'uomo che faceva gli ordinativi e manteneva i contatti con i clienti finali. Ed è proprio sulla destinazione di questi costosissimi medicinali, molti dei quali a esclusivo uso ospedaliero, che si continuerà a indagare. Tra le ipotesi, quella di un mercato nero su cui potrebbe esserci l'ombra della criminalità organizzata e, in particolare, della camorra campana: un business illegale finalizzato alla vendita di medicinali introvabili, ceduti a prezzi ben più bassi del loro costo normale o per ricavarne i principi attivi da poter poi riprodurre. Non si esclude neanche che i farmaci potessero finire in alcuni Paesi dell'Est Europa, dove sarebbe stata riscontra una notevole richiesta, o su siti di vendita online. Con l'arresto di oggi salgono a otto le persone finite in manette. Le indagini sono partite nel 2012 dopo la segnalazione di numerosi furti all'interno della farmacia dell'Umberto I sia da parte dei vertici dell'ospedale che di alcuni operatori. Il valore dei medicinali rubati tra il 2012 e il 2013 ammonterebbe a oltre un milione di euro. Tra gli arrestati anche due dipendenti infedeli del policlinico che lavoravano come magazzinieri nella farmacia interna. Una telecamera nascosta li ha ripresi per circa un anno, e in diverse occasioni li ha immortalati mentre rubavano poche confezioni alla volta per non dare nell'occhio, toglievano le etichette e le sistemavano in scatole che poi consegnavano ai corrieri in varie zone della città. Sette le persone indagate che avrebbero avuto ruoli marginali all'interno della banda. Tra queste, anche un' infermiera dell'Umberto I, moglie di uno dei magazzinieri arrestati.
(Ansa)