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Non solo mare, cultura e storia.
La Sardegna primeggia in Italia anche nel campo del turismo speleologico con la più alta concentrazione di grotte turistiche in Italia: ben dodici i siti speleologici. A certificarlo i dati dell'Agti, l'Associazione grotte turistiche, che ha lo scopo di promuovere le ricchezze del sottosuolo, che ha scelto l'isola per una due giorni di convegni e corsi dedicati alla formazione di guide specializzate nel turismo in grotta.
Secondo i dati dell'Agti, il turismo speleologico attira in Italia oltre un milione e 500 mila visitatori l'anno, di cui il 20% stranieri, e generare un fatturato, tra indotto e diretto, di circa 25 milioni di euro. Nella Penisola è un fenomeno che si sta sempre più affermando e conta 52 grotte (24 iscritte all'Agti). Dopo la Sardegna c'è il Friuli, che ha sei siti speleologici, poi Puglia con 5, Lazio e Toscana con 4, Campania, Piemonte, Lombardia con 3, Abruzzo, Calabria, Liguria e Veneto con 2, chiudono Basilicata, Marche, Sicilia e Valle d'Aosta con 1. La durata media di visita delle grotte varia da 15 minuti fino ad oltre tre ore in base alla grandezza e alla profondità.
La due giorni di incontri e lezioni ha l'obiettivo di fornire alle guide e ai gestori delle grotte strumenti di approfondimento e aggiornamento. I relatori hanno dispensato consigli utili alle guide turistiche su come spiegare in modo avvincente e al tempo stesso scientifico tutti gli speleotemi.
Domani, invece, sono programmate le prove pratiche con la visita delle grotte turistiche di Su Marmuri a Ulassai.
L'incontro si svolge alla presenza dei massimi esperti italiani del settore: tra cui Claudio Calzoni, della Società speleologica Baunese e responsabile della Grotta del Fico di Baunei, Francescantonio D'Orilia, presidente Agti, Giampietro Marchesi, presidente Ssi (Società speleologica italiana), Vittorio Verole Bozzello, presidente onorario Agti.