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Saranno pronte fra due settimane le due unità di crisi per il virus ebola di Cagliari, il Reparto di malattie infettive del SS. Trinità, e delle Cliniche universitarie di Sassari (Azienda ospedaliero universitaria).
Nel capoluogo si stanno approntando tre stanze di isolamento ma non per degenza, mentre a Sassari le stanze isolate sono due. Si tratta di due punti di stabilizzazione del paziente, che in caso di positività verrà trasferito all'ospedale Spallanzani di Roma per la terapia. Il coordinamento è affidato ad una unità operativa regionale. E' quanto prevede il protocollo operativo regionale per la malattia da virus ebola, presentato dall'assessore della Sanità, Luigi Arru.
In queste settimane gli operatori sanitari stanno effettuando i corsi di formazione per imparare a vestirsi e svestirsi dei dispositivi di protezione personale. Il protocollo prevede, oltre al manuale operativo, anche l'istituzione di sette codici di emergenza-urgenza a seconda delle condizioni del paziente a rischio (bianco, verde, rosa, giallo, rosso, viola e blu) permettendo di gestire i casi sospetti, e definendo le modalità di trasporto e le misure di biocontenimento.
"Statisticamente la probabilità che arrivi un emigrato, se non giunge clandestinamente, è remota, anche perché un primo screening viene fatto da parte dei militari – ha spiegato Arru -. Qui si agisce in maniera preventiva e eventualmente si apre la strada per la quarantena di 21 giorni per le persone ritenute a rischio, che sono anche gli operatori sanitari che lavorano nell'Africa Occidentale: Liberia, Sierra Leone, Guinea e Mali".
Nel frattempo proprio da quella parte del continente Africano rientrerà lunedì un'infermiera dell'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari che sarà sottoposta ai controlli preventivi a Bruxelles, il primo scalo europeo del volo di rientro.