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"I terreni agricoli abbandonati e non più utilizzati a fini produttivi, soprattutto nella aree interne di regioni come la Sardegna, potranno essere recuperati con progetti che vedano insieme Regione, Comuni e imprese di agricoltori e che coinvolgano i giovani disoccupati nel recupero delle terre pubbliche abbandonate". Ne dà notizia la deputata del Pd, Romina Mura, spiegando che "il Governo ha accolto un ordine del giorno presentato da me assumendo l'impegno a predisporre piani, programmi e interventi per il recupero dei suoli agricoli abbandonati".
"Negli ultimi 10 anni – si legge nell'odg – secondo quanto certificato dall'Istituto Superiore per la protezione e la Ricerca Ambientale, la superficie agricola utilizzata è diminuita di 1,8 milioni di ettari (-12,2%), mentre il numero delle aziende (in particolare di piccola e media dimensione) è sceso di 430 mila unità (-14,2%). Questa riduzione (in larga parte reversibile) delle superfici agricole utilizzate determina, sui territori interessati dal fenomeno, ricadute negative, sia da un punto di vista ambientale, (incendi e dissesto idrogeologico), sia da un punto di socio-economico, (spopolamento e desertificazione produttiva), con pesanti conseguenze sullo sviluppo dei territori oltre che, sul complessivo e complesso equilibrio naturale dei diversi ambienti interessati. In alcune regioni l'abbandono del suolo agricolo e del territorio produrrà, in termini di residenzialità, da qui a 20/30 anni, la marginalizzazione, fino alla completa estinzione, di intere comunità". Secondo la parlamentare dem, "l'agricoltura nel 2014 conferma il suo ruolo di forza motrice dell'economia nazionale e anche con il nuovo sistema di calcolo del PIL rimane l'unico settore in territorio positivo, portandosi a un +0,6% di valore aggiunto in riferimento al 2013 che è il doppio di quanto registrato con il vecchio sistema di calcolo, mentre tutti gli altri settori (industria costruzione e servizi) sono tutti in forte calo. Nello stesso tempo, l'Istat ha stimato in circa 246 miliardi di euro, pari al 15,9% del PIL, le dimensioni economiche del sistema agroalimentare italiano".
"Dal 1950 a oggi – afferma Mura – si sono spesi più di 200 miliardi di euro per riparare i danni causati da calamità naturali e, nonostante ciò, ancora oggi, otto Comuni italiani su dieci sono in aree ad elevata criticità idrogeologica; oltre 700 mila sono gli immobili abusivi, spesso costruiti non a norma e, quindi, a grave rischio in presenza di una calamità naturale, come abbiamo visto anche in Sardegna. Probabilmente con solo il 20 per cento di quei 200 miliardi, attraverso opere di manutenzione del territorio tempestive, mirate e costanti si sarebbero impedite, o quantomeno limitate, le disastrose conseguenze degli eventi atmosferici e soprattutto le perdite umane che oramai, nel nostro paese, sono cronaca quotidiana".