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"Via le basi, no alla guerra, via dalla nostra terra". Lo slogan a caratteri cubitali dietro il palco degli oratori riassume tutte le 'anime' della manifestazione contro il poligono del lago Omodeo organizzata a Zuri dall'omonimo Comitato. Poco più di un centinaio i partecipanti, arrivati anche da lontano. C'erano residenti e amministratori dei Comuni che si affacciano sul lago, dirigenti e militanti di movimenti e partiti indipendentisti, antimilitaristi e ambientalisti.
Tutti d'accordo sulla necessità di chiudere subito il poligono di tiro della Scuola di Polizia di Abbasanta e di attivare un serio progetto di bonifica. E quando il sindaco di Bidonì, Silvio Manca, si è avventurato a dire che si accontenterebbe di un trasferimento del poligono a Macomer nelle caserme dell'Esercito, è stato accolto con una bordata di fischi da chi invece – antimilitaristi e indipendentisti – chiede a gran voce la cancellazione di tutte le servitù militari.
L'attività del poligono viene autorizzato mese per mese dal prefetto di Oristano e il pressing continuo di questi mesi potrebbe anche sortire un risultato a favore dei manifestanti.
Ma quello che più preoccupa sono le bonifiche: un processo tutto in salita soprattutto per la scarsità di fondi e il rimpallo di responsabilità tra i soggetti che se ne dovrebbero occupare.
Certo, incalzano gli attivisti, senza un piano serio di risanamento tutto il territorio attorno al lago non potrà essere restituito alle comunità.
Secondo il portavoce del Comitato Gianluigi Deiana, con l'equiparazione dell'inquinamento da attività militari a quello industriale decisa dal Governo Renzi c'è il rischio concreto che le bonifiche non si facciano mai.