"La richiesta di sorveglianza speciale avanzata dalla Questura di Oristano nei miei confronti è un fatto gravissimo. Vogliono impedirmi di parlare e di lottare per l'indipendenza della Sardegna facendo ricorso a una norma liberticida nata per contrastare la mafia". Alla vigilia della Camera di Consiglio che dovrà decidere se accogliere o respingere la richiesta di sorveglianza speciale nei suoi confronti, l'indipendentista di Terralba Salvatore Meloni non usa mezzi termini e denuncia pubblicamente quello che considera un attentato alla sua libertà politica.
"Se il Tribunale dovesse accogliere la richiesta finirei confinato come ai tempi del fascismo, non avrei la possibilità di muovermi liberamente e di incontrare gli altri indipendentisti e neanche di dormire tranquillo, né io né i miei nipotini, perché Carabinieri e Polizia potrebbero venire a controllarmi a tutte le ore del giorno e della notte".
"La sorveglianza speciale è peggio degli arresti domiciliari e c'è davvero il rischio che possa essere utilizzato in maniera strumentale per colpire politicamente", conferma l'avvocato Cristina Puddu che domani assisterà Meloni davanti al collegio del Tribunale di Oristano (presidente Modestino Villani, a latere Francesco Mameli e Enrica Marson) che dovrà pronunciarsi sulla richiesta del questore Francesco Di Ruberto. Intanto nei giorni scorsi, la Questura ha presentato la documentazione chiesta dal tribunale a sostegno della sua richiesta.
La documentazione comprende un elenco di cinque persone, tutti militanti indipendentisti, i cui precedenti penali e di polizia, secondo la Questura, "descrivono la loro predisposizione a commettere reati in danno di enti e istituzioni e crimini strategicamente pianificati". "Sono mio fratello Antonio, il ministro della Pesca di Malu Entu Sandro Mascia, un assistente sanitario di Oristano e un cuoco di 29 anni accusato assieme a tutti gli altri di una violazione di domicilio del 2010 della quale non sanno nulla e l'ex ministro degli Esteri di Malu Entu Felice Pani", spiega Meloni annunciando che domani si presenterà davanti ai giudici indossando il costume sardo.







