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Puntare sul metano con la realizzazione entro due anni di un rigassificatore nell'area industriale di Sarroch, dal costo di 120 milioni di euro, e magari uno a Porto Torres, in quanto il gas naturale è "un combustibile fondamentale per rendere competitive molte industrie in Sardegna". Lo chiedono i rappresentanti regionali di Filctem Cgil, Giacomo Migheli, della Femca Cisl, Marco Nappi, e della Uiltec, Salvatore Sini, che oggi hanno riunito a Cagliari i delegati della chimica negli stati generali del settore per sollecitare scelte politiche nell'ambito industriale.
La Giunta regionale, dopo avere deciso di uscire dal progetto Galsi per dedicare le risorse alla costruzione della rete dorsale del gasdotto – spiegano – ha avviato uno studio che prende in considerazione tre progetti: la realizzazione di uno o due terminal di rigassificazione, la realizzazione di un metanodotto sottomarino per collegare la Toscana alla Sardegna e la realizzazione di una serie di depositi costieri di gas trasportato da una flotta di autocisterne. "Ebbene – dicono i sindacati – sono passati ormai sette mesi e la Giunta non ha ancora preso una decisione". Secondo Filctem, Femca e Uiltec, "il costo per la realizzazione del rigassificatore sarebbe a carico di imprese e soggetti privati e non peserebbe sulla collettività, attraverso una joint venture costituita ad hoc.
Inoltre la disponibilità di fluidi a bassa temperatura messi a disposizione dal processo tecnologico del rigassificatore potrebbe essere sfruttata dalle aziende per la cosiddetta 'catena del freddo', per la conservazione di prodotti agroalimentari, mentre l'approvvigionamento tramite nave lascerebbe aperta la possibilità di acquistare il gas naturale da diversi operatori a beneficio dei prezzi del combustibile".