Il Consiglio regionale della Sardegna si riunirà mercoledì 21 gennaio, alle ore 16. Il primo punto all'ordine del giorno è l'elezione dei tre rappresentanti regionali che parteciperanno alla seduta comune di Camera e Senato per l'elezione del presidente della Repubblica. Di norma la Sardegna ha sempre inviato nella Capitale il presidente del Consiglio, quello della Regione e il leader dell'opposizione.
Prima della seduta del Consiglio che dovrà individuare i tre grandi elettori per il Capo dello Stato, gli schieramenti politici sardi si riuniranno per definire le rispettive linee di azione.
L'opposizione di centrodestra scioglierà il nodo sul nominativo da proporre in Aula martedì 20, alle 12. La prassi di questi anni ha visto privilegiare la scelta per il capogruppo del partito di minoranza relativa: in questo caso il più accreditato sarebbe il capogruppo di Fi Pietro Pittalis.
Anche il centrosinistra dovrebbe riunirsi prima di mercoledì, anche se è quasi certo che nella capitale – seguendo anche in questo caso la prassi – andranno il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, e il presidente della Regione, Francesco Pigliaru.
Per la rielezione di Giorgio Napolitano, nell'aprile 2013 i tre delegati della Sardegna che parteciparono alla seduta comune delle due Camere del Parlamento furono l'allora presidente dell'assemblea sarda, Claudia Lombardo (Fi), il governatore Ugo Cappellacci (Fi) e il capogruppo del Pd, Giampaolo Diana.
Sel. Il deputato Michele Piras e il senatore Luciano Uras, entrambi di Sel, chiedono al centrosinistra "che almeno una delle tre indicazioni per il grandi elettori, sia riservata a un esponente di una forza politica non riconducibile al 'Patto del Nazareno', dunque all'area politica che mette insieme Sel, Rossomori, Partito dei Sardi, Centro Democratico, Irs, Sinistra Sarda, La Base".
Piras e Uras ricordano che "la geografia politica nazionale è assolutamente differente da quella sarda: a fronte dell'alleanza di centrosinistra-sovranista che governa la Sardegna, qui a Roma la fase politica è caratterizzata da una parte dall'alleanza fra Pd, centristi e Ncd, dall'altra all'accordo fra Pd e Forza Italia su Legge elettorale e Riforma costituzionale, accordo rispetto al quale l'elezione del nuovo Presidente rappresenta un passaggio decisivo. Tradotto 'in sardo' – spiegano – ciò significa che la consuetudine per la quale si attribuisce uno dei tre grandi elettori assegnati all'Isola all'opposizione, uno alla Presidenza del Consiglio regionale, uno alla Presidenza della Regione, in un quadro come questo, rischierebbe di consegnare il 100% della rappresentanza, peraltro tutta maschile, legata alle dinamiche del cosiddetto Patto del Nazareno".







