Sit-in dei Riformatori questa mattina davanti ai cancelli della Saras a Sarroch. Striscioni e bandiere come ultima chiamata alla Giunta regionale. Il 23 gennaio, infatti, la Corte Costituzionale decide sulla questione accise e i Riformatori chiedono che all'Isola siano riconosciute le entrate derivanti dai prodotti petroliferi lavorati nella raffineria della Saras a Sarroch.
Sos al governatore Francesco Pigliaru: "Batta un colpo e difenda gli interessi dei sardi", è il messaggio rilanciato davanti allo stabilimento. "A tutte le Regioni – spiegano i protagonisti del presidio – spettano le accise sui prodotti petroliferi 'consumati' nei loro territori, quindi anche alla Sardegna. Ma l'Isola rappresenta il posto fisico dove viene lavorato quasi il 20% dell'intera produzione italiana e questo non viene riconosciuto in alcun modo". Nel mirino la Regione: colpevole, secondo i Riformatori, di aver rinunciato a costituirsi davanti alla Consulta dopo che il governo aveva detto no al provvedimento sulle accise approvato da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale nella scorsa legislatura. I Riformatori, invece, sono andati avanti: "In un estremo e disperato tentativo di evitare che le ragioni della Sardegna restassero senza una voce che li difendesse davanti alla Corte costituzionale".
Oltre alle accise sulla lavorazione dei prodotti petroliferi – ricordano i Riformatori – la Sardegna ha tuttora pendenti davanti alla Corte, fra gli altri, un ricorso sulle riserve erariali (circa 150 milioni), uno sugli accantonamenti (570), uno sulla ripartizione dei proventi sui giochi (250).
Regione Sit in dei Riformatori alla Saras, “Accise sulla benzina restino in Sardegna”
Sit in dei Riformatori alla Saras, “Accise sulla benzina restino in Sardegna”
