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Da quasi un anno "un silenzio inspiegabile è sceso sul Piano straordinario per il Sulcis, frutto del protocollo d'intesa fra Mise, Regione, Enti locali ed ex Provincia, sui progetti, sulla dotazione finanziaria (451 milioni di euro integrati fino a 623,8 mln, di cui 233 fondi regionali e locali, 128 dal Fondo sviluppo e coesione, 90 di provenienza del Governo nazionale), ma anche sui bandi e appalti attuativi", ha denunciato la Cisl che ha chiesto alla Regione di sollecitare un incontro urgente al ministero per lo Sviluppo economico per ufficializzare la situazione del "Piano Sulcis" e decidere iniziative per farlo ripartire. "C'è un rischio da evitare: che la complessità del Piano – ha spiegato il segretario regionale Cisl Fabio Enne – si trasformi in una zavorra organizzativa paralizzante e che progetti di valenza minima vengano spacciati come insostituibili e strutturali, trascurando quelli veramente necessari: viabilità, portualità, irrigazione e approvvigionamento idrico, bonifiche aree inquinate, turismo. Mentre il comparto industriale, che nel Sulcis ha reso precari oltre 5.000 lavoratori, segue, nella filiera dell'alluminio, tra continui rallentamenti, un canale monitorato da Governo, Regione e sindacato, parallelo al Piano Sulcis di cui pure fa parte integrante, nulla è dato sapere sulle infrastrutture funzionali agli obiettivi del Piano". Nessuna notizia – secondo il sindacato – anche sugli "interventi riguardanti scalo industriale di Portovesme, strade, porti per il turismo e altre attività, collegamento del bacino idrico del Sulcis con quello regionale del Flumendosa. Silenzio anche sulla realizzazione degli approdi minerari, sul centro per le tecnologie energetiche, sulla filiera agroalimentare e sulla filiera del turismo. Gli oltre 40 mila disoccupati del Sulcis hanno diritto di sapere se e quando potranno tornare al lavoro".