La Sardegna entra nella storia della Grande Guerra con il primo colpo di fucile sparato nel primo conflitto mondiale da un finanziere sardo al confine con l'Austria, Costantino Carta. Oggi, a cento anni da quel momento storico nel quale morirono 13.602 sardi, dei quali circa 8.000 fanti della Brigata Sassari, che quest'anno compie 100 anni, nasce il comitato sardo per il centenario.
In collaborazione con l'Anci, la federazione delle associazioni degli emigrati, gli enti e comandi militari e la sovrintendenza archivistica, il comitato sta definendo il programma per il 2015. Tra le iniziative da portare avanti, la ristampa dell'albo d'oro dei militari caduti tra il 1915 e il 1918 con riflessione storica che include studi più recenti e percorsi formativi per i docenti delle scuole superiori.
A novembre verrà organizzato a Sassari un convegno dal titolo "La Sardegna e la prima guerra mondiale", mentre il 9-10 maggio a Trieste si celebrerà la festa di Sa die de sa Sardigna. Sono anche previste iniziative culturali come concerti, conferenze e mostre e cerimonie e incontri in luoghi simbolo per l'Isola come Armungia, la città natale di Emilio Lussu.
"Vorremmo mettere in evidenza il lato civile delle forze armate come luogo di democrazia – ha detto il presidente del Comitato Aldo Accardo – Abbiamo bisogno di coesione civile, in un momento in cui il Paese sconta momenti di divisione. Non stiamo parlando del passato, ma di un momento importante di riflessione per capire le asperità e le difficoltà di un percorso che ci può fare intuire quello che dobbiamo fare per andare avanti".
Secondo il presidente di Anci Sardegna, Piersandro Scano, "i popoli della terra sono l'unico popolo di questo pianeta e riflettere sulle guerre e sulla storia dell'umanità è qualcosa di indispensabile e i comuni possono portare la storia vista dalle comunità locali".
Grande guerra, il primo colpo di fucile sparato da un soldato sardo
