Non si costituisce parte civile, rinunciando così al processo, Enzo Giagoni, il poliziotto di 49 anni che nella tragica alluvione del 18 novembre 2013 perse a Olbia la compagna, Patrizia Corona, 42 anni, e la figlia Morgana, di due. Stamane nella prima udienza preliminare per le 13 vittime galluresi del ciclone Cleopatra, davanti al Gup di Tempio Pausania, Giagoni non si è infatti presentato perchè intende chiudere quella pagina dolorosa della sua vita con una transazione economica.
"Non ci siamo costituiti parte civile e ci siamo limitati a richiedere autonomamente il risarcimento all'assicurazione del Comune di Olbia – spiega l'avvocato Angelo Merlini – Con l'amministrazione comunale abbiamo già avviato gli opportuni contatti".
Si costituiranno, invece, i familiari di Patrizia Corona e della piccola Morgana, rappresentati dall'avvocato Giampaolo Murrighile. "Assumeremo il ruolo formale di sentinelle per giungere alla verità", ha chiarito il legale.
Giagoni, rientrato da poco in servizio dopo oltre un anno di assenza per le cure fisiche e psicologiche a cui è stato sottoposto dopo la tragedia, non se l'è sentita di affrontare le angosce e i tormenti che gli avrebbero procurato le innumerevoli rievocazioni dell'accaduto nel corso del procedimento penale che si è aperto oggi – e subito rinviato al 20 maggio per difetto di notifiche. Il poliziotto era in auto con la compagna e la figlia quando l'onda di piena del canale di via Belgio, a Olbia, li sorprese tutti. Lui riuscì a salvarsi gettandosi fuori dall'abitacolo, ma la vettura con la donna e la piccola a bordo venne inghiottita in pochi secondi: per loro non ci fu nulla da fare.
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Alluvione, papà della bimba travolta dalla piena rinuncia al processo
