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Oltre 400 persone hanno partecipato oggi all'assemblea del personale della base aerea di Decimomannu organizzata dalla Cisl-Fp e Fiscat-Cisl per discutere della possibile chiusura dell'aeroporto se venisse attuata la dismissione del poligono di Capo Frasca.
Preoccupazione è stata espressa dai lavoratori civili e militari, ribadito il no alla soppressione della struttura addestrativa dell'oristanese che potrebbe essere sacrificata nell'ambito della riduzione delle servitù militari nell'Isola.
"Nel corso dell'incontro è emersa l'ansia del personale civile, militare e delle famiglie – ha evidenziato il delegato nazionale del Cocer Interforze, Antonsergio Belfiori – che lavorano in questo territorio e che adesso vivono con il timore della chiusura". Secondo i sindacati il poligono di Capo Frasca è direttamente collegato all'aeroporto di Decimomannu e una soppressione avrebbe una pesante ricaduta sul fronte occupazionale. "Nell'aeroporto di Decimo operano circa 1.500 persone, fra militari e civili, per il 98% sardi con un impatto di oltre 100 milioni di euro fra gestione e indotto – hanno spiegato Cisl-Fp, Fiscat-Cisl e Cocer -. Una realtà economica fondamentale per un territorio dove agricoltura e altri settori sono già estremamente in crisi". Sono state, fra l'altro, anche respinte con forza le accuse di inquinamento: "Capo Frasca è un poligono di tiro nel quale non si può sparare con armi reali. Le esercitazioni aeree vengono effettuate con ogive inerti riempite di cemento e con una piccola carica fumogena, e poi vengono ripulite da una ditta specializzata che impiega operai sardi – hanno sottolineato sindacati a Cocer -. Quindi anche lo spauracchio dell'inquinamento sostenuto in maniera generalista e ideologica da una parte della politica e da una minoranza della società, davanti alla vertenza sindacale per salvare Capo Frasca non può più essere sostenuto, diversamente ci sarebbe il rischio di mistificare la realtà".
Al termine dell'assemblea è stato annunciato un sit-in davanti alla sede della Regione. "La data non è ancora stata decisa – ha aggiunto Belfiori – l'intento è quello di sollevare ancora la questione in Regione in modo che vengano rivisti gli accordi".