Trasformare le politiche assistenziali in politiche familiari. Lo chiede la Cisl sarda al presidente della regione, Francesco Pigliaru, e al Consiglio regionale. "Con un auspicio – sottolinea Oriana Putzolu, segretario generale regionale – la Finanziaria 2015 sia l'ultima condotta con criteri che ignorano sistematicamente la famiglia sia riguardo alle politiche del lavoro, sia in riferimento all'assistenza".
"Le politiche assistenziali sono riparative non preventive e nemmeno educative. La crisi degli ultimi sei anni – prosegue Putzolu – ha dimostrato che l'unico paracadute sociale ad aver funzionato in Sardegna è stato il "sistema-famiglia" che, attraverso genitori e nonni, ha, per quanto è stato possibile, attenuato sostanzialmente gli effetti della crisi, soprattutto sulle giovani generazioni. Ha tamponato la crisi in particolare il "sistema delle rinunce". Infatti, le famiglie sarde in stato di deprivazione secondo l'Istat nel 2013 erano il 32,3% ( con un aumento di quasi 9 punti percentuali rispetto al 2012), contro la media italiana del 23,4%. Nel 2013, sempre secondo l'Istituto di Statistica, il 24,8% delle famiglie sarde era in condizioni di povertà relativa ( 20,7% nel 2012). Un dato che non desta meraviglia considerato l'importo medio annuo delle pensioni sarde nel 2012 pari a 10.704/persona e l'alto numero di disoccupati e di lavoratori in ammortizzatori sociali".
"Politiche familiari – conclude la leader della Cisl sarda – significa affrontare anche il problema del calo demografico destinato, nei prossimi 25 anni, a ridurre quasi di un quinto la popolazione sarda. Urgenza perciò di consentire ai giovani la realizzazione dei personali progetti di vita: quindi creare posti di lavoro, sostenere la bancabilità dei giovani e il loro accesso al credito, istituire una carta famiglia e una carta acquisti per le giovani coppie con figli a carico, abbattere le rette di iscrizione e frequenza alle scuole materne".
Regione Cisl, appello a Pigliaru: “Le politiche assistenziali diventino familiari”
Cisl, appello a Pigliaru: “Le politiche assistenziali diventino familiari”
