Sono iniziati oggi i lavori di demolizione della "Casa Rossa" dell'ex San Raffaele, la villa con piscina di don Verzé che non è mai stata sanata e per il quale il Comune di Olbia, quattro mesi fa, aveva emanato un'ordinanza di demolizione. "Il pool della procedura fallimentare – spiega all'ANSA il sindaco della cittadina gallurese, Gianni Giovannelli – ha incaricato un'impresa di demolire la struttura a eliminazione di un abuso rilevato dall'amministrazione comunale". Il Comune di Olbia, nel mese di novembre, aveva ordinato la demolizione "delle opere abusive realizzate dalla Fondazione Monte Tabor, nell'ambito del compendio immobiliare in cui sorge l'edificio destinato ad ospitare l'ex ospedale San Raffaele".
Inizialmente la "Casa rossa" era uno stazzo con annesse stalle, trasformato negli anni in villa con piscina e situato all'interno del terreno in cui sorge il gigante in cemento e vetro alle porte della città. La villetta, del valore di oltre 3 milioni, era compresa nel piano di lottizzazione presentato per costruire il complesso sanitario ed era destinato a residenza del presidente della Fondazione durante i suo soggiorni a Olbia.
Il caso della "Casa rossa" era scoppiato alla fine del 2011 con un blitz dei tecnici del Comune, che puntava a verificare le autorizzazioni e le concessioni della villa. Gli accertamenti avevano però portato l'amministrazione a firmare nel 2011 la prima ordinanza di demolizione, impugnata dalla Fondazione Monte Tabor davanti al Tar. Ora, dopo la seconda ordinanza, è arrivata l'ora della demolizione dello stabile.
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Ruspe in arrivo, addio alla “Casa Rossa” la villa con piscina abusiva di Don Verzè
