"Professano loro innocenza ed estraneità a quanto gli viene contestato", così spiega l'avvocato Luca Tamponi che assiste i tre pakistani arrestati a Olbia nel blitz antiterrorismo della Polizia contro una cellula affiliata ad Al Qaida: Sultan Wali Khan, 39 anni, capo della comunità pakistana in città, Imitias Khan, di 40, e Sidique Muhamad, di 37, tutti pakistani residenti a Olbia, qualcuno anche da oltre 20 anni. Gli interrogatori per i tre, che da ieri si trovano nel carcere di Nuchis (Tempio Pausania) sono fissati per martedì 28 aprile.
"I miei assistiti hanno deciso di abbandonare il Pakistan, sono religiosi moderati e si professano filo-governativi", racconta il legale in seguito al colloquio in carcere con i tre commercianti accusati a vario titolo di strage, associazione a delinquere finalizzata al terrorismo e all'immigrazione clandestina. "Uno di loro – aggiunte l'avvocato – ha i figli iscritti in una Madrasa, una scuola pubblica militare; un altro invece, Sidique, milita in un partito politico che fa guerra ai talebani. Situazioni che mal si conciliano con quello che gli viene contestato, anche perché loro professano di non avere proprio nulla a che fare con i talebani. Sono preoccupati e non si capacitano delle accuse".
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Al Qaeda sarda: “Gli arrestati si proclamano innocenti”
