Una nave che getta l'ancora e porta il sorriso. Con veri e propri interventi a bordo per la riduzione della labioschisi e della palatoschisi. È la caratteristica unica della portaerei Cavour, la nave della Marina militare ormeggiata da alcuni giorni al porto di Cagliari che ha una particolarità: diventa ospedale.
C'è lo spazio, ci sono tutte le strutture che servono. Sulla nave, accanto agli uomini in divisa, c'è un team composto da chirurghi, anestesisti, pediatri, infermieri, logopedisti. A supporto ci sono pure gli specialisti del Santissima Trinità.
Operano, risolvono problemi, eliminano o limitano sofferenze e attese. Alimentano speranze. L'ospedale occupa su due livelli – spiega il medico di bordo – 400 metri quadrati. Con tanto di ambulatori, laboratori analisi e farmacia. Naturalmente ci sono anche le stanze per i pazienti, con venti posti letto.
C'è la possibilità di fare la Tac. E c'e la possibilità di inviare esami e referti a Roma per un rapido consulto. Due le sale operatorie e poi ci sono ulteriori dodici posti letto in terapia intensiva. Tutto questo è l'Operation Smile, un progetto nato a Norfolk, negli Usa, nel 1982. L'accordo con la Cavour è stato siglato il 25 maggio 2013: nel corso di otto weekend clinic sono stati operati 42 pazienti.
"Un progetto internazionale – ha spiegato Domenico Scopelliti, vice direttore scientifico Fondazione Operation Smile Italia onlus – ma ci siamo resi conto che c'erano tante richieste anche in Italia. Per questo è nato l'accordo con la Marina. Una forma intelligente di utilizzo delle risorse dello Stato. Stiamo investendo anche in Sardegna per creare a Cagliari una Smile house".
Sono sette i pazienti a bordo della nave, sei sono sardi: cinque interventi sono programmati per oggi, l'altro è previsto per domani. Anche in Sardegna si registra una incidenza di questa patologia, ogni mille nati. Le labiopalatoschisi sono considerate tra i quattro più importanti problemi- spiegano gli esperti- che si presentano alla nascita. E i bambini che soffrono di questa malformazione possono avere difficoltà ad alimentarsi, a parlare e persino a respirare. Correggere questa patologia richiede in media circa quarantacinque minuti. Un bambino ogni tre minuti nasce con una malformazione correggibile.
"Questo è un vero e proprio fiore all'occhiello – ha detto soddisfatto Giorgio Tore, direttore delle strutture complesse di Otorino e di chirurgia Maxillo facciale dell'ospedale di Is Mirrionis a Cagliari- per tutta l'Italia". A bordo, coordinati dallo stesso Tore, ci sono cinque chirurghi sardi. La nave si tratterrà a Cagliari sino al 3 giugno. Poi tornerà a Taranto, pronta per una nuova missione. Pronta a regalare nuovi sorrisi.
