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Sei anni di reclusione per Silvestro Ladu, ex consigliere regionale di Forza Paris, e già senatore del Pdl, e quattro anni e mezzo per un altro ex consigliere regionale sardo, Beniamino Scarpa (ex Psd'Az). Sono le condanne pronunciate poco fa dai giudici della prima sezione del Tribunale di Cagliari al termine di due processi che erano stati stralciati nell'ambito dell'inchiesta sui fondi al Gruppo misto della XIII legislatura del Consiglio regionale della Sardegna del quale sono stati inquisiti e rinviati a giudizio in venti.
Ladu, già capogruppo del Misto, è accusato di aver speso illegalmente 279 mila euro provenienti dal fondo destinato al suo gruppo politico nella legislatura 2004-2009. I giudici hanno dunque accolto le richieste del pm Marco Cocco che aveva sottolineato come, tra le varie spese, Ladu avesse anche pagato coi soldi del gruppo anche i sensori per l'auto, riparazioni alla vettura della moglie e un ricevimento da 860 euro, svolto a Bitti nel luglio del 2004, dopo le elezioni: una sorta di festeggiamento coi soldi del gruppo, che però non era stato ancora costituito.
Il collegio presieduto da Mauro Grandesso ha anche accolto quasi per intero la richiesta di condanna del pm nei confronti di Scarpa. All'ex consigliere regionale del Psd'Az venivano contestate spese per 116 mila euro, soldi che la Procura riteneva essere stati incassati ma poi non utilizzati per i fini istituzionali legati all'attività del gruppo. Da qui la contestazione per peculato. Tra le contestazioni che il Pm Cocco ha sollevato durante la requisitoria a Scarpa c'era l'acquisto di una Audi per oltre 30 mila euro che l'ex sindaco di Porto Torres avrebbe detto di aver preso per i collaboratori, ma che invece sarebbe stata utilizzata dalla moglie. E se Ladu, dopo aver presenziato a tutte le udienze, oggi ha deciso di non essere presente in aula al momento della lettura della decisione dei giudici, Scarpa era regolarmente presente accanto ai propri legali ma è andato via senza commentare la decisione dei giudici. Tra novanta giorni le motivazioni, poi le difese potranno presentare ricorso in appello.