Di fronte a uno Stato distratto la Sardegna è pronta al dialogo ben sapendo, però, quali sono i suoi diritti, quindi è altrettanto pronta alla battaglia per rendere il Governo consapevole dei problemi della Regione, su tutti l'insularità. E' il concetto espresso in Aula dal presidente Francesco Pigliaru durante la discussione della mozione presentata dalla consigliera del Centro democratico, Anna Maria Busia, sulla vertenza Sardegna, alla luce dei documenti recentemente approvati alla Camera e al Senato.
L'intervento di Pigliaru è suonato come una chiamata all'unità di tutto il Consiglio regionale su un tema cardine per il governatore: l'insularità. Non a caso l'argomento è al centro del documento consegnato dal presidente della Giunta a Renzi in occasione della sua visita a Olbia. "Tutte le forze politiche devono essere concentrate su questi obiettivi – ha spiegato Pigliaru – Noi siamo pronti ad andare avanti in questa direzione perchè siamo in una situazione drammatica. Nel 2001 – ha ricordato – sulla rete ferroviaria nazionale l'indice della Sardegna era pari al 24,5, nel 2012 siamo scesi al 17. L'indice generale delle infrastrutture, invece, era 74 nel 2001 ed è sceso al 50 nel 2012".
"Penso che da questo momento in poi – ha chiarito il presidente – dobbiamo sbattere in faccia all'Italia e al governo Renzi il fatto che l'insularità è una condizione molto particolare, non siamo più disposti a pagarci la continuità territoriale solo con i soldi nostri. E non crediamo neppure che si possa vivere in una regione con un servizio ferroviario di questo genere, che è uno scandalo in sè e peggiora la condizione di insulairità, servirebbe invece collegare gli aeroporti principali per interfacciarci con il resto della nazione".
Non solo trasporti. "Vogliamo dare uno choc al discorso del metano e assieme a questo pacchetto – ha precisato Pigliaru – vanno aggiunti altri aspetti importanti: le servitù militari, la vertenza sulle entrate, il problema del refresh in agricoltura e le vertenze industriali in corso, Alcoa e Meridiana".
Sorda agli appelli l'opposizione. "Non è più l'ora delle chiacchiere e della carta, ma di provvedimenti concreti per dare operatività alle soluzioni di questi problemi – ha replicato il capogruppo di Fi Pietro Pittalis – Noi saremo con lei, presidente, quando inizierà a battere i pugni sul tavolo a Roma.
Per questo votiamo contro la mozione".
Immigrazione. "Non ci sono ricette facili, scorciatoie o soluzioni sempliciotte: per l'emergenza immigrati serve una buona accoglienza anche nel post emergenza perchè abbiamo un sistema sanitario e una protezione civile in difficoltà. Domani nell'incontro con il ministro Alfano e le Regioni possiamo presentare il conto al Governo ponendo alcune questioni che riguardano l'organizzazione e le risorse". Lo ha detto il governatore Francesco Pigliaru, durante la discussione in Consiglio regionale sul tema dell'immigrazione e la gestione dei flussi nell'Isola, sollecitata da una mozione presentata da Forza Italia e bocciata dall'Aula a maggioranza.
"O l'Europa apre le sue porte o il problema non sarà gestibile – ha chiarito il presidente della Regione – l'ordine di grandezza del problema richiede l'intervento di un continente, non di una nazione o di una regione. Alla Sardegna spetta il 2,7% come quota regionale e i flussi devono essere molto rapidi, mentre oggi assistiamo a procedure lente – ha osservato Pigliaru – Chiederemo al ministro Alfano di essere aiutati per rendere questa fase la più breve possibile e di poter magari impiegare questi immigrati in lavori utili nelle comunità nelle quali sono ospitati".
"La differenza di reddito tra un eritreo e un italiano è di 50 volte inferiore, mentre rispetto ad un abitante del Ghana è di 22 volte – ha ricordato il governatore – Gli Stati Uniti gestiscono la migrazione tra Messico e Californi alzando un muro, ma la differenza di reddito tra Usa e Messico è di 5 volte. Serve tempo per un aiuto nei Paesi da cui scappano".